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Adottare subito politiche incisive e coerenti per affrontare le conseguenze della crisi climatica, approvando una legge sul clima e accelerando l’approvazione e l’attuazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) su cui è in corso una consultazione pubblica, avviata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). È quanto emerge dal Policy brief dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), dal titolo “Dieci proposte sul Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici”, presentato stamattina dal Direttore scientifico dell’ASviS Enrico Giovannini, in cui si sottolinea l’estrema gravità della situazione - il 28% del territorio nazionale mostra evidenti segni di desertificazione, il 94% dei Comuni è a rischio dissesto idrogeologico, il 42% dell’acqua potabile viene disperso dalle reti idriche - ed evidenzia come gli interventi per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici siano decisivi per guidare la transizione dell’Italia verso un modello di sviluppo sostenibile.
Il Policy Brief illustra concrete raccomandazioni per migliorare il Pnacc, valorizzando le specificità dei territori, delle comunità e delle filiere produttive. “Il Pnacc è uno strumento fondamentale per integrare le politiche nazionali e locali per lo sviluppo sociale ed economico con la tutela dell’ambiente e va approvato il prima possibile”, ha sottolineato Enrico Giovannini, che evidenzia la necessità di migliorarlo “completando, con un’urgenza rapportata alla gravità della situazione, le analisi di rischio e di vulnerabilità su tutto il territorio nazionale e rendendolo operativo al più presto, evitando rinvii a processi attuativi complessi e lunghi, che svuoterebbero il Piano della necessaria operatività”.
Il Pnacc, redatto dal MASE con il supporto scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), va finalizzato il prima possibile, in piena coerenza con il nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec), che il Governo deve predisporre entro giugno. “Le diverse azioni e strategie di lotta e di adattamento alla crisi climatica – ha aggiunto Giovannini - devono essere integrate con tutti gli altri strumenti di pianificazione delle politiche, anche alla luce della recente modifica della Costituzione che introduce tra i principi fondamentali quello della tutela dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni. Per questo il Governo deve approvare quanto prima anche la nuova Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, indispensabile per assicurare la coerenza delle politiche per l’attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile”.
L’ASviS raccomanda di migliorare il Pnacc definendo una gerarchia delle priorità delle misure di adattamento e prevedendo incentivi per le azioni di delocalizzazione di insediamenti civili e industriali a rischio. Vanno poi privilegiate le soluzioni nature based specialmente nella rigenerazione delle aree urbane, lungo le coste e lungo i percorsi dei fiumi e dei torrenti, e definite meglio le regole, i ruoli e soprattutto le responsabilità della governance del Piano, precisando compiti, responsabilità e finanziamenti delle amministrazioni regionali e locali. Il settore assicurativo andrebbe coinvolto per l’implementazione di politiche di trasferimento del rischio e per la condivisione delle perdite finanziare collegate ai danni climatici, passando da politiche occasionali di risposta a singoli episodi di danni climatici a una strategia pluriennale di anticipazione e gestione del rischio. Va poi aumentata la capacità delle amministrazioni locali di realizzare politiche di adattamento, rafforzata la partecipazione della società civile e delle parti sociali nel disegno delle misure e nell’aggiornamento del Piano, e previsto l’avvio di percorsi di formazione di quadri e di tecnici, soprattutto della pubblica amministrazione, per la lotta ai cambiamenti climatici.