Continua a crescere il mercato del "public affairs" in Italia, con un giro d’affari che secondo le ultime stime è arrivato a valere circa 100 milioni di euro. Tuttavia, l’assenza di un quadro normativo chiaro rappresenta per il nostro Paese una grave lacuna che delegittima non solo il ruolo dei portatori di interesse che agiscono secondo principi di eticità e trasparenza, ma anche quello dei referenti pubblici che non sfruttano a proprio favore lo status di “decisore” nei processi legislativi. Questo tema è stato al centro del dibattito “La regolamentazione dell’attività di rappresentanza di interessi. Un confronto di idee” che si è tenuto martedì 21 alla Terrazza Civita, a Roma, alla presenza tra gli altri del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. L’iniziativa, organizzata da Confindustria Assoconsult ̶ l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di consulenza in Italia ̶ si poneva l’obiettivo di accendere un faro sulla necessità del settore di colmare il vulnus normativo che interessa le società che si occupano di relazioni istituzionali. Il dibattito ha unito, oltre a parlamentari, esponenti della politica, del mondo accademico, delle agenzie di lobbying e i manager delle società del settore per stimolare un confronto aperto sulla regolamentazione di questa attività.
Da anni, dunque, le imprese del comparto chiedono una regolamentazione della rappresentanza degli interessi chiara, trasparente e unitaria a tutti i livelli istituzionali. Il consulente, infatti, è ormai un partner nella trasformazione, tanto nelle realtà private quanto in quelle pubbliche impegnate con le importanti sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dal 1976 sono stati oltre 70 i tentativi di disciplinare l’attività di rappresentanza degli interessi. Nella scorsa legislatura la Camera ha approvato in prima lettura un testo unificato che, passato all’esame del Senato, è stato bloccato dallo scioglimento anticipato delle Camere.
«Oggi siamo qui per raccontare come la comunicazione sia diventata un aspetto fondamentale delle consulenza strategica e come l’accreditamento istituzionale, la cura dei Public Affairs, siano oggi veri e propri servizi che vanno oltre i classici luoghi comuni», ha dichiarato Luigi Riva, presidente di Confindustria Assoconsult. «Come associazione abbiamo la missione di rovesciare il pensiero mainstream. L’opinione pubblica, infatti, deve imparare a conoscere meglio le professionalità e la serietà che sono alla base delle realtà che rappresentiamo. Anche perché con il Pnrr e l’indispensabile supporto che verrà richiesto al nostro mercato, si parlerà di noi sempre di più».
«Le oltre 200 imprese rappresentate da Assoconsult sono parte di un sistema che è in grado di offrire molto al settore pubblico grazie a competenze trasversali e verticali maturate su progetti complessi, interdisciplinari e che coinvolgono stakeholder nazionali e internazionali», ha commentato Gianluca Comin, vicepresidente di Confindustria Assoconsult con delega alla Comunicazione e all’Advocacy. «Assoconsult rappresenta la casa delle società di consulenza e, da oggi, delle società di consulenza che si occupano di relazioni istituzionali. Nella scorsa legislatura – ha concluso Comin – è stato fatto un importante lavoro, sicuramente migliorabile in alcuni aspetti, che oggi non possiamo disperdere: è importante dunque creare luoghi di confronto per contribuire in maniera costruttiva alla definizione di una legge adeguata ed efficace, che come professionisti chiediamo ormai da anni».