La presidente di Assifero Stefania Mancini
Una “responsabilità ostinata” verso il Paese che si traduce nell’individuare e immaginare soluzioni a bisogni a volte non ancora emersi e in una nuova sfida per i prossimi vent’anni incentrata sul dialogo intergenerazionale. Per far sì che siano i giovani, oggi troppo spesso assenti dai luoghi di comando, i protagonisti delle scelte sul futuro. La ventesima assemblea dei soci di Assifero, l’associazione italiana delle fondazioni (di famiglia, di comunità e di impresa) e altri enti filantropici, che si terrà il 15 e il 16 giugno a Palermo, sarà un momento di riflessione e di confronto. L’obiettivo delle 160 realtà associate è assumere un ruolo sempre più strategico nella costruzione della coesione sociale e non di semplice “erogatrici” di fondi. Il capoluogo siciliano è stato scelto in quanto cuore pulsante del Mediterraneo, hotspot della crisi climatica e dei movimenti forzati di immigrati, ma anche come città simbolo di una lacuna da colmare. Qui, infatti, Assifero non ha al momento associati. Emergenza ambientale, flussi migratori, povertà educativa e parità di genere saranno i temi centrali.
Da Palermo partirà anche un appello per il dialogo tra le generazioni: una questione cruciale sulle quale le fondazioni filantropiche a livello internazionale si interrogano da tempo e che si è tradotta in una lista di sei principi. L’Italia è un Paese che sta invecchiando rapidamente dove i giovani fanno fatica a trovare spazio e a contribuire con il loro punto di vista ai tavoli decisionali. Un esempio concreto di questa “assenza” è il progetto “Future chair” che sarà un filo conduttore dell’assemblea dei soci. Una sedia vuota, che simboleggia i giovani, è stata lasciata nelle riunioni del board dell’associazione e nei dibattiti a ricordare questa assenza delle nuove generazioni. E così faranno le fondazioni che lo vorranno sottoscrivere. «Vogliamo che i giovani siano considerate persone e non un problema, vogliamo si parli di essi superando gli acronimi, come avviene per i Neet, e valorizzandoli come risorsa – spiega la presidente di Assifero Stefania Mancini –. Sono loro che possono aiutarci ad entrare nel futuro in maniera gentile e responsabile, dobbiamo ascoltarli e non prendere decisioni senza di loro».
Il ventennale è stata un’occasione per rinnovare l’impegno di Assifero con una nuova carta dei principi e delle responsabilità, la rielaborazione dello statuto e l’ingresso nel Runts (Registro unico del terzo settore) e di assumere un ruolo politico, dialogando con le amministrazioni pubbliche, nella lotta contro le diseguaglianze. Sono arrivati anche riconoscimenti importanti dall’udienza con papa Francesco alla medaglia dal Presidente della Repubblica Mattarella. Lo scorso 26 gennaio, nel corso di un’udienza in Vaticano, papa Francesco ha esortato Assifero a proseguire lungo i tre binari della promozione del bene integrale della persona, della vicinanza agli ultimi e dell’ascolto delle comunità locali. «Le parole del Papa hanno confermato – racconta Mancini – il senso alla nostra attività, il nostro “in-tendere” vale a dire “tendere verso” il servizio al Paese, ci hanno esortato a continuare lungo la strada di contrasto alla fragilità». Una strada intrapresa nel 2003 quando le fondazioni private erano quasi sconosciute e le potenzialità erano inespresse. «Il nucleo originale di Assifero è partito su impulso di Felice Scalvini, con alcune fondazioni di Comunità dell’universo Cariplo, alcune realtà di Milano e Brescia, e la fondazione Charlemagne di Roma. La nascita di Assifero è stata un’operazione di sistema» spiega Mancini.
Oggi Assifero è membro della cabina di regia del Terzo settore, del Consiglio nazionale del Terzo settore e di quello per la Cooperazione allo sviluppo. «In questi ultimi anni abbiamo lavorato principalmente su tre fronti: a livello nazionale, grazie a Felice Scalvini, oggi presidente onorario di Assifero, è stato riconosciuto uno spazio dedicato agli enti filantropici nell’ambito della riforma del Terzo settore; siamo inoltri stati accreditati per il servizio civile universale. A livello internazionale, la vicepresidenza di Philea, nella persona di Carola Carazzone, nostro segretario generale, ci consente di promuovere presso le istituzioni europee il sistema italiano, e al tempo stesso attingere a un prezioso scambio di saperi. Il panorama europeo negli ultimi anni è cambiato, la filantropia è stata riconosciuta attore con un ruolo centrale e strategico nel piano di azione dell’economia sociale. E questo aiuterà anche i contesti nazionali, e il progredire di una cultura in cui le fondazioni e la filantropia possono contribuire alla coesione comunitaria» conclude la presidente Mancini. La strada, insomma, è tracciata, ma il cammino da fare è ancora lungo.