Secondo Phil Zheng, della Richtech Robotics, azienda statunitense leader nel settore dell’automazione, dovremo abituarci a vederli presto in ogni ristorante. In attesa di capire se avrà ragione o meno, in Italia e nel resto dell’Occidente sono sempre più i ristoranti che ricorrono a robot camerieri. In Asia, invece, sono già abbastanza diffusi. E forse è anche per questa ragione che la maggioranza dei locali europei e statunitensi che hanno iniziato a utilizzarli è costituita da ristoranti giapponesi o cinesi. In Cina, la catena di ristorazione statunitense Pizza Hut, si serve di oltre mille robot camerieri. Skylark, che gestisce 3mila ristoranti in tutto il Giappone, li ha introdotti in molti dei suoi locali. È guardando a queste realtà che i titolari di diversi ristoranti italiani hanno iniziato a pensare di adottare questi robot capaci di svolgere tutte le principali mansioni svolte da un normale cameriere, accoglienza dei clienti e ordinazioni comprese.
«Sono originario dello Zhejiang, nel Sud-est della Cina, un’area molto moderna e industrializzata – racconta Xijin Zhu, titolare di un ristorante orientale fusion a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova –. Sono cresciuto in Italia, ma attraverso social networkcome TikTok vediamo continuamente cos’è di moda in Cina. E lì i robot camerieri sono un servizio molto comune». Tutti, da qui fino a Oltreoceano, tirano in ballo l’ormai conclamata difficoltà a reperire personale di sala. E, a chi dice di temere che l’automazione possa finire per colpire a morte l’ennesimo mestiere, si affrettano ad assicurare: «I camerieri robot non sostituiscono quelli in carne e ossa. Sono semplicemente di supporto a essi e alleggeriscono il loro lavoro». Robot cameriere, società italiana che distribuisce gli automi- camerieri sul territorio nazionale, scrive in bella mostra sul suo sito: «I robot camerieri rappresentano la valorizzazione del lavoro umano nell’era della digital transformation».
Di certo c’è che per un ristoratore risulta non poco conveniente dotarsi di un dipendente che, al netto del costo iniziale di poco inferiore ai 20mila euro, costa meno di uno in carne e ossa da tutti i punti di vista. Su Alibaba.com, la famosa piattaforma cinese di e-commerce, è possibile trovare in vendita numerosi camerieri robot. I maggiori produttori, come Pudu e Keenon, si trovano nella Repubblica popolare cinese. Ma anche le aziende americane dell’automazione riescono a farsi valere in questo particolare mercato. E, in uno scenario così avveniristico, non poteva certo mancare la Silicon Valley. È lì che, durante una delle peggiori ondate di Covid-19, il Radisson Hotel di Sunnyvale ha deciso di far servire pasti e bevande in camera ai propri clienti dai camerieri robot. E i clienti cosa pensano? Tutti li definiscono «divertiti» da questa innovazione, in particolare i bambini. Un po’ meno lo è la categoria dei camerieri: l’ennesima a vedersi minacciata dall’irruzione dell’automazione nel proprio campo.