mercoledì 5 luglio 2023
All’assemblea di Ania emerge la necessità di fare sistema sul welfare tra lo Stato e i soggetti privati. La presidente Farina: «Programmare il futuro è il nostro mestiere»
La presidente dell'Ania Maria Bianca Farina

La presidente dell'Ania Maria Bianca Farina - Mistrulli

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«L’Italia ha bisogno di protezione dai rischi, di coesione, conciliazione, ripresa demo-grafica, certezze in campo di assistenza sanitaria. Programmare il futuro è il nostro mestiere e sono certa che sia possibile trovare formule attraverso le quali possiamo metterci al servizio del Paese, in un modo che sia sostenibile per le famiglie, anche le meno fortunate, così come per la finanza pubblica». Così esordisce Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania-Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, parlando all’assemblea annuale. Le compagnie assicurative possono contare su una solidità di fondo, confermata nel 2022 nonostante la redditività sia calata sotto la pressione dell'inflazione. E gli investimenti si sono attestati a 900 miliardi di euro. La spesa totale privata per integrare prestazioni pubbliche come le pensioni, la sanità e l’assistenza, supera i 100 miliardi di euro. Questa spesa delle famiglie per il 46% è destinata alla salute e per il 34% all’assistenza per le persone non autosufficienti. E soprattutto, questa spesa non potrà che crescere nei prossimi anni. «È giusto? È sostenibile? – si chiede la presidente dell’Ania –. No. È il tempo di pensare a strategie diverse. Il caposaldo è che all’Italia oggi serve un modello di welfare innovativo che possa integrare nel modo più equo ed efficiente l’uso di risorse pubbliche e private. È possibile associare più strettamente il sistema pubblico di welfare con l’assicurazione privata, che nel tempo ha già dimostrato la sua efficacia nella condivisione dei rischi e nel promuovere la prevenzione ». Integrare le risorse dello Stato con quelle private – sotto la guida pubblica – potrebbe consentire di creare un sistema di protezione più inclusivo e capace di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini: «Abbiamo già chiesto ad accademici ed esperti di formulare scenari, per dare concretezza a una via italiana volta a combinare al meglio risorse pubbliche e private nella previdenza, nella sanità, nella gestione della non autosufficienza, nella difesa dai danni derivanti da catastrofi naturali. Mettiamo a disposizione del governo, del Parlamento, delle autorità tutti gli studi che abbiamo effettuato».

Sui rischi legati al cambiamento climatico, per esempio, sono sempre più evidenti le conseguenze macroeconomiche che possono derivare da eventi meteo estremi. Tutte le autorevoli raccomandazioni internazionali individuano l’assicurazione contro le catastrofi come strumento chiave per contenere le perdite. «Essa favorisce finanziamenti rapidi per la ricostruzione e incentiva la mitigazione del rischio », sottolinea. Nel messaggio del presidente della Repubblica rivolto ai partecipanti all’assemblea annuale dell’Ania, Sergio Mattarella rimarca che «la tutela assicurativa svolge un ruolo cruciale nel panorama socio-economico del Paese, generando benefici individuali e collettivi che concorrono alla coesione sociale e alla mitigazione dei rischi». «Nell’interazione basata sul principio di sussidiarietà tra pubblico e privato a soddisfacimento di bisogni quali la previdenza complementare, la sanità integrativa, la protezione dai rischi per i cittadini, è importante affermare, sempre, i criteri della finalità generale. La riduzione dei rischi – prosegue il capo dello Stato – è un fattore essenziale per generare società in cui sia concreta la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti. Le imprese assicuratrici sono, altresì, elemento essenziale, quali investitori di lungo periodo, per la stabilità finanziaria, contribuendo a sostenere settori determinanti per la crescita del Paese». Il comparto assicurativo riveste «un ruolo strategico nella società e nella crescita sostenibile dell’economia» nazionale. A scriverlo, in un messaggio inviato all’assemblea di Ania, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, per la quale la tutela assicurativa «è una componente essenziale della pianificazione finanziaria di una famiglia o di un’azienda, consente di mitigare le perdite e promuovere la stabilità finanziaria e le attività commerciali che a loro volta si traducono in crescita economica e sviluppo». Anche per Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, «abbiamo in Italia la necessità che aumentino le imprese e le famiglie che si assicurano contro i rischi catastrofali, come quelli della recente alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna e le zone limitrofe» e «per questo, nel disegno di legge che abbiamo approvato in Consiglio dei ministri, è prevista la certezza del pagamento nel caso di imprese che si siano assicurate contro i rischi catastrofali, con un anticipo significativo di almeno il 30% per consentire alle imprese, e anche alle famiglie, che hanno avuto questa previdenza, di poter utilizzare le risorse da subito per rimettere in moto la propria attività o per rimettere in condizioni d’uso la propria abitazione. Questo anticipo che abbiamo previsto nel disegno di legge organico che definisce le modalità con cui lo Stato agisce, nel caso di eventi catastrofali, credo che sia anche un incentivo alle imprese e alle famiglie », considerata tale con «certezza di ricevere il premio in anticipo, subito dopo l’evento catastrofale, qualora questo si verificasse, di incentivare altri a farlo, in modo tale che il sistema delle assicurazioni possa coprire meglio anche questo rischio che purtroppo è perdurante, nel nostro Paese».

Infatti, nonostante l’Italia sia sempre più soggetta a eventi climatici estremi, solo il 5,3% delle case italiane è assicurato contro terremoti, alluvioni e altre catastrofi naturali. Secondo le statistiche Ania al 31 marzo 2022 esistevano nel mercato poco meno di 1,4 milioni di polizze con l’estensione alle catastrofi naturali (erano 1,4 nel 2021, 1,2 milioni nel 2020, 826 mila nel 2019, ma solo 440 mila nel 2016), ottenute come somme delle polizze con la copertura del solo rischio terremoto (579 mila), del solo rischio alluvione (275 mila) e di entrambe le calamità (496 mila). «L’Italia destina al settore Danni solo l’1,1% del Pil, contro il 2,3% della media Ue – evidenzia il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani –. Sul versante del welfare è evidente che l’invecchiamento della popolazione porta con sé la crescita esponenziale della spesa per sanità, previdenza, non autosufficienza. In entrambi i casi è indispensabile una legislazione di sostegno e un sistema di partenariato pubblico-privato. Il caso Eurovita ha messo in evidenza l’opportunità di adottare regole che incentivino gli investimenti di medio e lungo termine, ma l’unica soluzione che può garantire davvero gli assicurati è la creazione di un Fondo di Garanzia». Intanto Luigi Federico Signorini, presidente dell’Ivass-Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, annuncia la decisione «di creare una white list, una lista di siti autorizzati a promuovere prodotti assicurativi, che sarà presto a disposizione dei consumatori». Nel solo 2022 sono stati chiusi 139 siti fake; quest’anno l’Ivass ha già avuto 300 segnalazioni. Ed è stata resa pubblica una black list degli operatori abusivi. Infine Fulvio Furlan, segretario generale Uilca, ribadisce «da tempo che il sistema economico e finanziario è centrale per la vita del Paese e crediamo che il settore assicurativo possa favorire sviluppo economico, redistribuzione del benessere e sostegno ai territori, mantenendone il presidio».

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