Arriva il Def "di transizionè" un "work in progress", l'eredità per il governo entrante. L'esecutivo "lungamente uscente", rassicura con una punta di ironia il premier, Mario Monti, con l'ok del Cdm di oggi lascia in eredità i conti pubblici in ordine e le riforme incardinate. Viceversa il paese sarebbe rimasto "nelle secche della crescita zero".Ma ora il pareggio di bilancio, non tenuti in conto gli effetti della crisi, è assicurato sia nel 2013, sia nel 2014 anche se bisognerà vedere cosa deciderà di fare il prossimo governo dell'Imu che ha un 'peso' specifico non indifferente: 11 miliardi. "Il risanamento spiega Monti - è avvenuto. Le finanze pubbliche sono su un sentiero sostenibile. È centrato l'obiettivo del bilancio in pareggio in termini strutturali". Inoltre la stagione delle riforme è ampiamente avviata a partire dall'intervento 'pesante' sulle pensioni e 'tratteggiata' anche nel nuovo Pnr (Piano nazionale delle riforme). Tanto che a maggio, spera Monti, l'Italia rientrerà nel 'club' dei paesi virtuosi, fuori dalla procedura per deficit eccessivo. Passaggio "molto probabile" secondo il commissario agli affari economici dell'Ue Olli Rehn. Insomma dice Monti: "noi contiamo che il Paese possa fare anche meglio delle stime" contenute nel Def che sono "prudenziali". A un patto però: "no a tatticismi e ricette populiste così diffuse in molte varianti. Bisogna costruire nuove opportunità di crescita e occupazione".Il quadro tratteggiato non convince il Pdl (Monti è l'uomo delle tasse e del buco nei conti) e la Cgil che chiede piuttosto politiche espansive. Monti e il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli approfittano del varo in Cdm del Documento di economia e finanza per il 2013 (il Def) per ribadire l'effetto della politica economica del governo. E nonostante la tempesta non si sia ancora del tutto placata (quest'anno ad esempio si prevede il picco del debito pubblico al 130,4% e la crescita resterà a -1,3% con un deficit al 2,9% incluso lo 0,5% per pagare parte dei debiti della P.a.) si intravede un'uscita. Buon segno secondo il premier quello che arriva dall'ultima asta di Bot (Bot a 3 mesi con il rendimento medio che scende al minimo storico dello 0,243%).Questo anche se proprio oggi Bruxelles avverte la Penisola: "in Italia persistono squilibri macroeconomici che richiedono monitoraggio e azione decisiva".La crescita - rassicura anche Grilli - e quindi la 'stampella' ai conti pubblici, ci sarà dal 2014 e grazie ancheall'effetto delle riforme (+0,2% sul Pil nel 2013 e +0,7% nel 2014). Così il Pil l'anno prossimo sarà a +1,3% ("è una stima prudenziale - dice Monti - possiamo fare meglio)" e poi a +1,5-1,5%. Ma ci sarà anche da aggredire il debito pubblico come da accordi europei: si dovrebbe procedere alle privatizzazioni (1 punto di Pil l'anno) e contare su un buon avanzo primario: 2,4% quest'anno, 3,8% nel 2014, 4,3% nel 2015 fino al 5,7% del 2017. Proprio lo stesso avanzo invocato dal Presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino che da Tokyo spiega: se gli avanzi primari del 1998-99, al 5% del Pil, fossero stati mantenuti negli anni successivi, "l'Italia avrebbe ora un rapporto debito/Pil significativamente inferiore al 100% (l'84%)". Ma altre risorse potrebbero essere impiegate o per interventi sociali o per dare ulteriore stimolo alla crescita: ad esempio - si legge nella nota di palazzo Chigi - sono circa 30 miliardi i risparmi per il periodo 2012-2015 grazie alla prima spending review.