"Heinz 57 varieties" (Nick Harris via Flickr, https://flic.kr/p/9kGCCA)
Kraft Heinz ha ritirato la sua proposta da 143 miliardi di dollari per l’acquisizione di Unilever, come hanno comunicato assieme le due aziende in una nota diffusa domenica 19 febbraio. L’annuncio della ritirata del gruppo americano controllato dai miliardari Warren Buffett (Berkshire Hathaway) e Jorge Paulo Lemann (3g Capital) ha toni così amichevoli da avere l’aria di una tregua che non esclude un secondo tentativo: «Unilever e Kraft Heinz annunciano che Kraft Heinz ha amichevolmente accettato di ritirare la sua proposta per un’unione delle due aziende. Unilever e e Kraft Heinz hanno un’alta considerazione l’una dell’altra. Kraft Heinz ha il massimo rispetto per la cultura, la strategia e la leadership di Unilever». Secondo le regole inglesi, comunque, Kraft Heinz non potrà fare nuove offerte a Unilever per i prossimi sei mesi.
Dietro questa ritirata c’è prima di tutto l’eccessivo clamore che la notizia dell’offerta ha scatenato lo scorso venerdì 17 febbraio. Kraft Heinz avrebbe voluto procedere a un accordo condiviso con Unilever per creare il secondo gruppo mondiale di beni di largo consumo dopo Nestlè, ma la sua proposta è stata rivelata troppo presto sulla stampa: l’annuncio di venerdì è stato fatto su richiesta delle autorità di vigilanza britanniche, dopo che si erano diffuse voci su un’operazione di questo tipo, e ha precluso ogni possibilità di trattare in maniera riservata.
In particolare il clamore ha anche generato un problema politico: il governo britannico guidato da Theresa May ha mostrato da subito ostilità a un’acquisizione straniera del gruppo anglo-olandese, memore di come Kraft non abbia rispettato le promesse di non chiudere fabbriche e posti di lavoro nel Regno Unito dopo l’acquisizione dell’azienda di dolciumi Cadbury nel 2010. Come sottolinea il Financial Times i ministri di May si stanno dando molto da fare per proteggere le fabbriche britanniche: in particolare quelle di auto della Nissan, con la quale è stato trovato un accordo per il dopo-Brexit e quella della Vauxhall, marchio britannico di Opel in procinto di passare sotto il controllo di Peugeot.