martedì 12 novembre 2024
Una legge appena approvata vieta quella che è stata definita la “childfree propaganda”. Dall'abuso di alcol all'operazione in Ucraina, ecco perché la denatalità è diventata una spina nel fianco
Vladimir Putin

Vladimir Putin - Ansa

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E adesso nel mirino di Putin ci finiscono pure le donne senza figli. Si tratta dell’ultimo espediente del presidente Vladimir Putin per sanare la disperata situazione demografica del Paese. Il numero uno del Cremlino – che di figlie ufficiali ne ha due e, almeno secondo le cronache, altri due avuti con l’amante, l’ex ginnasta Alina Kabaeva – è letteralmente ossessionato dal pensiero che il popolo russo, soprattutto la componente slava, potrebbe arrivare ad assottigliarsi fino ad estinguersi. Per evitare questo ha studiato con i suoi collaboratori una roadmap per correggere la situazione, con mezzi leciti, sì, ma anche illeciti. In questa seconda categoria rientrano il sequestro e la deportazione di un numero imprecisato – comunque diverse migliaia – di bambini ucraini, considerati da Putin un vero e proprio “capitale umano”: sono piccoli, sono slavi, sono ortodossi, parlano una lingua simile al russo e vengono da un Paese che per la Piazza Rossa dovrebbe fare parte della Federazione come ai tempi dell’Unione Sovietica. Un disegno criminale, come ha sancito anche la Corte Penale Internazionale de L’Aja. Ma non basta.

Adesso è arrivato anche il primo provvedimento, pesantemente restrittivo delle libertà personali, che vieta la promozione di una vita senza figli, considerata una «scelta distruttiva». Una legge, adottata oggi dalla Duma, prevede una multa, che va da circa 3.900 euro (provati) a 49mila euro (organizzazioni) sostenga quella che è stata definita la “childfree propaganda”. Per incappare nel provvedimento basterà diffondere materiale, come volantini, film o giornali, che pubblicizzi in varie forme gli effetti positivi di una vita senza figli. Putin descrive sempre la Russia come un baluardo di «valori tradizionali» impegnato in una lotta esistenziale con un Occidente decadente; ha chiesto alle donne di avere almeno tre figli e sostenuto la politica con incentivi finanziari.E ieri lo speaker della Duma (e fedelissimo di Putin ) Vyacheslav Volodin ha sottolineato che «senza bambini non ci sarà più il nostro Paese».

Due bambini russi a scuola

Due bambini russi a scuola - .

La situazione demografica nella Federazione è particolarmente delicata a causa di fattori strutturali come l’abuso di alcol, che ha gravi effetti sia sulla durata della vita che sulla capacità riproduttiva di uomini e donne, e la diffusione di patologie come l’Hiv e la tubercolosi. C’è poi un altro elemento che incide sui dati attuali. Per decenni in Russia si è ricorso in maniera massiccia all’aborto, usato come un vero e proprio metodo contraccettivo. Il risultato è stato che tante donne hanno avuto problemi di salute seri e, nei casi peggiori, che sono stati parecchi, sono diventate sterili. A dare il colpo di grazia a una situazione già complicata è arrivata la guerra in Ucraina. Secondo il Pentagono, ci sarebbero almeno 600mila fra morti e feriti fra i soldati russi.

A questi vanno aggiunti quelli che potrebbero partire per il fronte se le ostilità dovessero continuare. Evidentemente, quando ha invaso, il presidente Putin era convinto di prendere Kiev in tre giorni. Ma non ha valutato con attenzione gli effetti dell’«operazione militare speciale» sulla sua campagna per ripianare il deficit demografico del Paese. E le culle restano vuote. Qualche anno fa, il Cremlino aveva annunciato un massiccio investimento per finanziare la fecondazione assistita delle coppie che ne facevano richiesta. La Chiesa Ortodossa, teoricamente contraria alla pratica, si era trincerata in un silenzio assenso. L’iniziativa non ha avuto molto successo, con poche centinaia di coppie che sono ricorse agli aiuti stanziati. Molti adesso temono che la nuova legge possa costituire un altro tassello di tante politiche fallimentari, finendo per aver un effetto paradossale negativo, soprattutto sulle donne più giovani, che potrebbero vivere la maternità come un obbligo per servire la patria, allontanandosi da una sincera intenzione procreativa.

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