venerdì 15 settembre 2017
Il Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano ha aperto un'indagine dopo la notifica del Dipartimento di Stato Usa. Il sacerdote è stato richiamato a Roma
Washington, la Casa Bianca

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Il Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano ha deciso di aprire un'indagine dopo che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha notificato, per via diplomatica, in giugno, la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington.

Lo rende noto la sala stampa vaticana.

La Santa Sede, "secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione il quale si trova
attualmente nella Città del Vaticano".

Ricevute le informazioni dal governo statunitense - si legge nella nota - "la Segreteria di Stato le ha trasmesse al Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano. Il Promotore di Giustizia ha aperto un'indagine ed è stata già avviata una collaborazione a livello internazionale al fine di raccogliere elementi relativi al caso".

La Santa Sede, infine, ricorda che, "come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono protette dal necessario riserbo istruttorio".

Il "massimo riserbo" sulle indagini viene confermato dal portavoce vaticano Greg Burke, il quale aggiunge che le indagini sono condotte in base alla legge numero 8 del 2013, in particolare circa gli articoli 4, 10 e 11. L'articolo 4 introduce il reato di pedopornografia, l'art 10 riguarda atti di pedopornografia, e l'articolo 11 la detenzione di materiale pedopornografico.

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