Il cardinale Matteo Zuppi saluta il Papa, a destra l'arcivescovo Luigi Renna - Reuters
"I cattolici in Italia non sono e non vogliono essere una lobby in difesa di interessi particolari e non diventeranno mai di parte, perché l'unica parte che amano e indicano liberamente a tutti è quella della persona, ogni persona, qualunque, dall'inizio alla fine naturale della vita. Senza passaporto, qualunque. E non un amore qualsiasi, ma quello che ci insegna Gesù". Con queste parole il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi ha salutato il Papa giunto al Centro Congressi a conclusione delle Settimane Sociali. Per Zuppi la democrazia è come una orchestra: "Ogni strumento è importante, ma nell'orchestra tutti hanno bisogno di accordarsi agli altri".
Il presidente della Cei ha poi riassunto il senso dei lavori. "Le debbo dire - ha sottolineato rivolgendosi al Pontefice -: dopo questi giorni la voglia è cresciuta, voglia di partecipazione, voglia di rendere migliore questo mondo, di aiutare la democrazia viva del nostro Paese e dell’Europa, non quella del benessere individuale, ma quella del bene comune, che è stare bene tutti. Alle sfide vogliamo rispondere da cristiani. Vogliamo dare frutti di democrazia, cioè di uguaglianza, di diritti e doveri per tutti. Al cuore della democrazia ci sono le persone e c’è un atteggiamento di fiducia e speranza". In sostanza, ha concluso Zuppi, "unendo lo spirituale e il sociale, come ci chiede Gesù, possiamo aiutare il mondo a essere ciò che Dio vuole: la casa comune di fratelli tutti, sinfonia di amore e differenze che cantano la gloria di Dio e dell’uomo di cui Lui si prende cura".
Dopo di lui, il presidente del Comitato organizzatore delle Settimane sociali, Luigi Renna, arcivescovo di Catania, ha aggiunto: "Abbiamo attinto all’inchiostro della democrazia per rinsaldare il legame “tra storia e futuro”: risaltano due parole – traduzione concreta della dottrina sociale della Chiesa e del Suo magistero – partecipazione e persona. Entrambe con la lettera P… non è un caso: P come Politica, espressione alta della carità, servizio al bene comune". "Tutto questo condividiamo con Lei, Padre Santo - ha affermato il presule -: illumini con la sua parola il nostro desiderio di partecipazione, il sogno, per alcuni ancora lontano, di creare le condizioni del bene comune, affinché i semi che Dio ha posto in ciascuno germoglino nel terreno della democrazia".