Il segretario Giacomo Morandi (a sinistra) e il prefetto Luis Francisco Ladaria Ferrer della Congregazione per la dottrina della fede (Siciliani)
Un documento che «vuole spiegare, nella linea della Dominus Iesus, ciò che è la salvezza cristiana», per «combattere i due riduzionismi del neopelagianesimo e del neognosticismo che ricordano vecchie eresie, anche se non le riproducono». Così l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, ha definito la Lettera “Placuit Deo” indirizzata ai «vescovi della Chiesa cattolica e più in generale a tutti i fedeli», presentandola ai giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede.
«A seguito della pubblicazione di Dominus Iesus, diversi teologi chiesero alla Congregazione per la Dottrina della Fede di approfondire alcuni aspetti già enunciati in quella Dichiarazione, suggerendo un nuovo documento circa la salvezza cristiana», ha raccontato Ladaria riguardo alle genesi della Lettera (IL TESTO) che è stata «approvata il 16 febbraio 2018 dal Santo Padre che ha chiesto di pubblicarla quanto prima». La prospettiva, ha specificato monsignor Giacomo Morandi, segretario dell’ex Sant’Uffizio, è quella di «aiutare i credenti a riscoprire la bellezza, il fascino di appartenere a Cristo e alla Chiesa, che è l’essenza di tutto il cammino di evangelizzazione», tenendo presente che «nessuno è esente da rischi, dai riduzionismi dell’esperienza di fede».
Papa Francesco, ha ricordato Ladaria, «fa spesso riferimento a due tendenze che assomigliano, in alcuni aspetti, a due antiche eresie, il pelagianesimo e lo gnosticismo, anche se è grande la differenza tra il contenuto storico odierno secolarizzato e quello dei primi secoli cristiani». Il documento, ha sottolineato, «vuole affrontare queste tendenze riduzioniste che minacciano il Cristianesimo odierno e ribadire che la salvezza, secondo il disegno d’Alleanza del Padre, consiste nella nostra unione con Cristo». «La salvezza non può ridursi semplicemente a un messaggio, a una prassi, a una gnosi oppure a un sentimento interiore», ha ribadito il prefetto dell’ex Sant’Uffizio auspicando che «la Lettera possa aiutare i fedeli perché prendano ulteriore coscienza della loro dignità di figli di Dio».
L’arcivescovo Ladaria ha infine evidenziato che il nuovo testo «non intende entrare direttamente nelle questioni delle obiezioni poste in campo ecumenico». «La Chiesa – ha chiarito - non torna indietro dall’affermazione per cui la Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica, anche se riconosce veramente e volentieri la presenza di elementi salvifici anche nelle altre confessioni cristiane». La Chiesa, ha concluso, «è impegnata nell’ecumenismo a partire da questa convinzione».