"Il terrorismo rappresenta
una minaccia fondamentale per la nostra comune umanità". Il cardinale
Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, lo ha sottolineato
nell'intervento al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, nel corso del
dibattito organizzato sulle minacce alla pace e alla sicurezza causate
dal terrorismo internazionale."Il continuo e in alcune regioni
crescente uso del terrore è un richiamo a tutte le Nazioni e alle
persone di buona volontà ad assumere un impegno condiviso", chiede il
rappresentante di papa Francesco.
Parolin ricorda che "il Consiglio di Sicurezza dell'Onu nacque a
seguito di un'epoca in cui una visione nichilista della dignità umana
ha cercato di dividere e distruggere il mondo. Oggi come allora, le
Nazioni si uniscano per adempiere alla loro responsabilità primaria di
proteggere le persone minacciate da violenze e attacchi diretti alla
loro dignità".
Riprendendo le parole di papa Giovanni Paolo II pronunciate dopo gli
eventi dell'11 settembre, il Segretario di Stato vaticano ribadisce
che "il diritto di difendere i Paesi e i popoli da atti di terrorismo
non giustifica a rispondere alla violenza con la violenza, ma
piuttosto deve essere esercitato nella scelta dei fini e dei mezzi nel
rispetto dei limiti morali e legali. Il colpevole deve essere
identificato correttamente, perché la responsabilità penale è sempre
personale e non può essere estesa alla Nazione, all'etnia o alla
religione a cui appartengono i terroristi".Il cardinale Parolin, nell'intervento al Consiglio di Sicurezza
dell'Onu rilanciato da
Radio Vaticana, esorta ad "affrontare alla
radice le cause che alimentano il terrorismo internazionale: la sfida
terroristica ha una forte componente socioculturale", spiega chiedendo
che "assieme agli strumenti giuridici e alle risorse economiche, i
governi si impegnino con la società civile per affrontare i problemi
delle comunità più a rischio di radicalizzazione o reclutamento e
raggiungano un'integrazione sociale soddisfacente".
Il Segretario di Stato vaticano sottolinea che "le persone di fede
hanno la grave responsabilità di condannare coloro che cercano di
separare la fede dalla ragione e strumentalizzare la fede come una giustificazione della violenza. Come Papa Francesco ha ammonito
durante la sua visita in Albania - ricorda Parolin - nessuno pensi di
potersi fare scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e
di sopraffazione e nessuno usi la religione come pretesto per azioni
contro la dignità umana e contro i diritti fondamentali di ogni uomo e
donna; soprattutto il diritto alla vita e il diritto di ognuno alla
libertà religiosa".
Il messaggio del PapaIl messaggio pontificio all'Assemblea del Palazzo
di Vetro è stato letto dall'arcivescovo Bernardito Auza,
osservatore permanente della Santa Sede all'Onu di New York, in
occasione dell'apertura della 69.ma sessione plenaria
dell'Assemblea delle Nazioni Unite.
Nel documento, a firma del cardinale Pietro Parolin, il
Pontefice - riferisce
Radio Vaticana - auspica che le soluzioni
ricercate dalla comunità internazionale "promuovano la pace tra
i popoli" e si contrasti la povertà attraverso uno spirito di
fraternità che condivide gioie e sofferenze. Il Papa assicura
all'Assemblea dell'Onu la sua vicinanza spirituale e spera che
questa sia un'occasione di "maggiore comprensione e cooperazione
tra le delegazioni" degli Stati per "il bene della comunità
globale e al servizio di una pace duratura e della prosperità
per ogni popolo".