Il
martirio all'epoca del regime comunista e il dialogo, anche politico, tra fedi, sono i due temi-chiave del
viaggio che il Papa compirà domenica in Albania. Lo ha sottolineato il portavoce vaticano,
padre Federico Lombardi.
La visita di un giorno sarà l'occasione per fare un "omaggio
per il martirio, vi fu una persecuzione terribile da parte del
comunismo ateo" e il Papa "vuol rendere omaggio a questo aspetto
della vita della Chiesa e delle confessioni e religioni in questo
paese", ha detto il direttore della sala stampa della Santa Sede.
"Come egli stesso ha notato - ha proseguito Lombardi - gli
interessa molto incoraggiare un clima di convivenza serena e
armonica in modo tale che la buona convivenza tra diverse
confessioni e religioni possa essere un messaggio anche per altri
paesi e altre parti del mondo, considerto che la maggioranza
della popolazione è musulmana e la presenza cattolica e
ortodossa è consistente".
Era stato lo stesso
Jorge Mario Bergoglio a preannunciare il
senso del prossimo viaggio in Albania sul volo di ritorno dalla
Corea del Sud: "Alcuni dicono che il Papa ha uno stile di
incominciare tutte le cose dalla periferia. Ma no,
vado in
Albania perché? Per due motivi importanti. Primo, perché sono
riusciti a fare un governo - pensiamo ai Balcani! -, un governo
di unità nazionale tra islamici, ortodossi e cattolici, con un
consiglio interreligioso che aiuta tanto ed è equilibrato. E
questo va bene, è armonizzato. La presenza del Papa è per dire
a tutti i popoli: "Si può lavorare insieme!". Io l'ho sentito
come se fosse un vero aiuto a quel nobile popolo. E l'altra cosa:
se pensiamo alla storia dell'Albania, è stata religiosamente
l'unico dei Paesi comunisti che nella sua Costituzione aveva
l'ateismo pratico. Se tu andavi a Messa era anticostituzionale. E
poi, mi diceva uno dei ministri, che sono state distrutte -
voglio essere preciso nella cifra - 1.820 chiese. Distrutte!
Ortodosse, cattoliche
in quel tempo. E poi, altre chiese sono
state trasformate in cinema, teatro, sale da ballo... Io ho
sentito che dovevo andare: è vicino, in un giorno si fa...".
Padre Lombardi ha
escluso che ci siano particolari problemi legati alla sicurezza. "Tutti sono preoccupati
per la storia dell'Isis e per ciò che sta accadendo in Medio
Oriente, la situazione è preoccupante per il mondo di oggi, ma se
la domanda è se ci risultino minacce specifiche o ci siano
preoccupazioni specifiche per cui si prendono misure particolari
la risposta è no" ha detto, rispondendo ai giornalisti durante un briefing dedicato al viaggio del Papa in Albania.
"Non risultano minacce o rischi specifici per cui cambi il modo
in cui il Papa si comporta o il modo in cui il viaggio viene
organizzato", ha detto padre Lombardi.
"Si va tranquilli in Albania, si userà la jeep di piazza San
Pietro, il Papa desidera essere senza ostacoli nel suo incontro
con la gente", ha detto ancora il direttore della sala stampa.