sabato 24 agosto 2024
Al via a Torino l’annuale appuntamento dell’Ordo virginum. Parlano le quattro componenti del Gruppo per il collegamento: «Con il nostro carisma al servizio di una Chiesa sinodale»
Da sinistra, Barbara Baldassarri, Viviana Paliotta, Domenica De Cicco, Marinella Mandelli

Da sinistra, Barbara Baldassarri, Viviana Paliotta, Domenica De Cicco, Marinella Mandelli - .

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Mentre la Chiesa italiana si appresta a vivere la Fase profetica del Cammino sinodale, l’Ordo virginum (Ov) si ritrova a Torino per quattro giorni di riflessione e confronto sul carattere sinfonico della comunione ecclesiale e sul contributo specifico che ad esso possono dare le vergini consacrate italiane.

Si apriranno, infatti, questo pomeriggio, presso Casa Don Bosco, a Valdocco, il noto rione di Torino, i lavori dell’Incontro nazionale 2024 dell’Ov, dedicato al tema «La vergine consacrata nella sinfonia della Chiesa: la cura delle relazioni». A ospitare l’annuale appuntamento, che si concluderà il 28 agosto, è la diocesi di Torino che accoglierà i circa duecento partecipanti: donne consacrate e in formazione, delegati e vescovi diocesani.

Barbara Baldassarri (arcidiocesi di Fermo, educatrice), Mimma De Cicco (diocesi di Nola, insegnante), Marinella Mandelli (arcidiocesi di Milano, insegnante), Viviana Paliotta (diocesi di Roma, medico) sono le quattro consacrate del Gruppo per il collegamento delle diocesi che sono in Italia, che sarà rinnovato proprio durante l’appuntamento torinese. Eletto per la prima volta nel 1993, il Gruppo, di durata biennale, è nato per curare momenti comuni per le consacrate dell’Ov presenti in 119 Chiese locali italiane: il Seminario di studi, nel periodo invernale, e l’Incontro nazionale, in estate.

Come lo scorso anno, a Enna, anche quest’anno la sinodalità sarà al centro dell’Incontro nazionale, in particolare sul piano delle relazioni: con Dio, con la Chiesa diocesana, con il mondo. Paliotta, come mai l’Ordo Virginum ha così a cuore la dimensione sinodale della vita ecclesiale?

Le vergini consacrate sono parte integrante della comunità diocesana e contribuiscono alla sua crescita spirituale e alla sua missione evangelizzatrice vivendo totalmente dedicate a Dio, pur continuando a stare nel mondo, sperimentando la fecondità spirituale dell’intimo rapporto con il Signore e offrendo i frutti di questa relazione alla Chiesa e alla società circostante. La sinodalità è quindi al centro della nostra attenzione perché, pur rimanendo nel nostro contesto di vita quotidiana, siamo chiamate a servire la comunità ecclesiale proprio come “profezia di sinodalità”, e quindi, come ci ricorda papa Francesco, a far fiorire speranze, fasciare ferite e intrecciare relazioni, a lasciarsi educare da chi è compagno di strada.

Baldassarri, l’impegno a vivere la sinodalità nella propria Chiesa locale e con le altre consorelle è, per ogni consacrata dell’Ordo virginum, quindi una priorità. Eppure, non è semplice dal momento che, costitutivamente, l’Ordo si compone di donne che vivono il Vangelo, ciascuna secondo il proprio carisma, in piena comunione e obbedienza con il proprio vescovo.

È vero, la consacrazione nell’Ordo virginum è una consacrazione personale nelle mani del proprio vescovo diocesano e non comporta necessariamente la vita comunitaria, che caratterizza invece la vita religiosa. Proprio per questo motivo viviamo la sinodalità come una priorità e una sfida quotidiana: ogni giorno, infatti, scegliamo di camminare insieme alle altre sorelle di consacrazione e alle persone che incontriamo nei nostri contesti di vita e di fede, per combattere la tentazione dell’individualismo e il rischio dell’autoreferenzialità. Il carisma donato da Dio a ciascuna va speso totalmente a favore di relazioni che promuovano la comunione, sostengano le fragilità, creino legami liberi e liberanti.

De Cicco, l’Ordo virginum è una forma di consacrazione antichissima, che risale agli albori del cristianesimo e che ha ricevuto nuovo vigore dal Concilio Vaticano II. Oggi è una realtà anacronistica?

La verginità consacrata è chiamata a essere segno di “fedeltà” della Chiesa, quale sposa di Cristo. L’attualità del nostro carisma è nella dinamica della “sponsalità” con il Signore che ogni giorno ci impegniamo a vivere e che è propria della vita ecclesiale nella sua interezza. Viviamo nella “casta libertas”, come totale affidamento a Cristo, tese a una verginità feconda di relazioni e generatrice di vita per sé e gli altri, lontane dalla logica del possesso. Ogni giorno, pronunciamo il nostro sì, valorizzando non tanto il fare ma l’amare, anche quando è difficile, e partecipando all’unica missione della Chiesa: portare al mondo l’annuncio che in Cristo, il totalmente fedele, ogni creatura è stata riscattata e che tutti siamo fratelli e sorelle.

Il prossimo incontro nazionale dell’Ordo virginum si terrà a Roma, nell’anno del Giubileo dedicato al tema «Pellegrini di speranza» scelto da papa Francesco come invito a «tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata». Mandelli, quella fiaccola ricorda la lucerna che l’Ordo virginum ha nel suo logo: le vergini consacrate sono già pellegrine di speranza?

Nel 2025 vivremo una tappa importante del nostro incontrarci annualmente per pregare, riflettere, condividere e crescere insieme. «Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1Pietro 3,15). L’apostolo Pietro ci invita a portare speranza nel nostro quotidiano: essere donne di speranza è sostare davanti a Cristo, sposo amato e adorato, per riprendere il cammino della vita in un pellegrinaggio sempre in divenire, compiuto con le fatiche e le ambiguità che segnano la nostra umanità, con i dubbi e le inquietudini di questo nostro tempo, ma soprattutto sostenuto dalla luce dell’amore di Dio che illumina le nostre giornate, un amore che non delude e che apre all’incontro con i fratelli.

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