Piazza San Pietro - Archivio
Con la Settimana Santa alle porte il ricovero del Papa al Policlinico Gemelli pone interrogativi anche sull’agenda pontificia delle celebrazioni del periodo più importante dell’anno liturgico. Nessuno al momento si sbilancia sui tempi del ritorno in Vaticano di Francesco. E dunque anche il programma dei riti che il Pontefice eventualmente potrà presiedere resta in sospeso.
Come è noto, a partire da domenica 2 aprile, solennità delle Palme, inizia una specie di tour de force che comprende la Messa delle Palme, appunto, (con la benedizione dei rami di ulivo), che rievoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, quindi il doppio appuntamento del Giovedì santo, la Messa Crismale al mattino, con la benedizione degli olii santi e del sacro Crisma, quella in Coena Domini alla sera, con la lavanda dei piedi e la commemorazione dell’istituzione dell’Eucaristia, la celebrazione della Passione del Signore il Venerdì Santo al primo pomeriggio, cui segue in serata la tradizionale Via Crucis al Colosseo. Infine la sera del sabato la Veglia Pasquale e la mattina di Pasqua la Messa con l’altrettanto tradizionale Messaggio Urbi et Orbi dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro.
Secondo il programma pubblicato dall’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, e firmato dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli lo scorso 21 marzo, avrebbe dovuto essere questa l’agenda. Mancava solo l’indicazione della Messa in Coena Domini, ma è noto che papa Francesco, fin dall’inizio del suo Pontificato, ci ha abituato a luoghi di celebrazione diversi dalla Basilica Vaticana, annunciati all’ultimo momento.
Per il rito della lavanda dei piedi, infatti, ha sempre scelto posti fortemente simbolici come carceri minorili, centri per migranti, luoghi di riabilitazione e lungodegenza. Quest'anno, secondo le indiscrezioni riportate da fonti di agenzia, il rito si sarebbe dovuto tenere nel carcere romano di Regina Coeli, con i detenuti. Ma tutto dipenderà ovviamente dal decorso ospedaliero di questi giorni, che - pur in assenza di notizie preoccupanti - si intuisce sarà più lungo di quanto previsto in un primo momento.
Secondo l’agenzia Ansa, in Vaticano sarebbe stato predisposto in queste ore un piano B, per il caso che Francesco non possa presiedere, o quanto meno presenziare, a tutte o a una parte delle celebrazioni. E naturalmente la presidenza delle liturgie passerebbe al decano del Collegio cardinalizio, cardinale Giovanni Battista Re, e al vice decano, cardinale Leonardo Sandri.
Pronti anche, sempre secondo la stessa fonte Mauro Gambetti (arciprete di San Pietro) e Angelo De Donatis (vicario di Roma). Bisogna ricordare però che a causa dei dolori al ginocchio, sempre più spesso papa Francesco ha presieduto la liturgia della parola e pronunciato da seduto l’omelia, lasciando a un cardinale designato di volta in volta (spesso proprio Re), la presidenza della liturgia eucaristica.
Ma poiché, come egli stesso ha detto in una recente intervista, la Chiesa si governa con la testa e non con il ginocchio, è certo che papa Bergoglio tornerà al suo abituale ritmo di lavoro e di impegni (che negli ultimi mesi hanno compreso anche faticosi viaggi internazionali), non appena risolto il problema bronchiale che lo ha portato al Gemelli, dove è già stato nel luglio del 2021 per l’intervento al colon e per una degenza di dieci giorni. In quella occasione, tra l’altro, si affacciò da un balconcino del 10° piano per l’Angelus dell’11 luglio. Cosa che, viene ipotizzato da alcuni osservatori, potrebbe ripetersi domenica.