sabato 23 settembre 2017
Al mattino tra i carcerati di Opera, prima tappa nel pomeriggio a Sant'Eustorgio. La Messa solenne alle 17 in Duomo. E il primo libro da arcivescovo sarà distribuito con Avvenire
L'ingresso del nuovo arcivescovo Delpini: le tappe, come seguirlo in tv e web
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I catecumeni e i cardinali. I ragazzi degli oratori e le autorità civili e militari. I rappresentanti delle altre Chiese cristiane e quelli delle fedi non cristiane. Sono i volti della Milano plurale che questa domenica si fa incontro al nuovo arcivescovo Mario Delpini per il suo ingresso in diocesi. Saranno ore scandite da riti e gesti ricchi di significato. Come la data scelta, seguendo la tradizione, per l’ingresso: domenica 24 settembre, infatti, è la vigilia della festa liturgica di Sant’Anatalo e di tutti i Santi Vescovi milanesi.

Sant’Eustorgio, prima tappa

Sarà la basilica di Sant’Eustorgio, il luogo legato alla memoria degli inizi dell’annuncio cristiano a Milano, la prima tappa dell’itinerario d’ingresso di Delpini. Com’è da secoli per i successori di Ambrogio. L’arcivescovo arriverà alle 16. Sulla piazza, ad accoglierlo, il sindaco Giuseppe Sala e il vicario episcopale per la città, monsignor Carlo Faccendini. Con loro raggiungerà l’antica basilica, nell’abbraccio della folla di ragazzi degli oratori venuti per salutarlo (nello stesso giorno in cui, in tutta la diocesi, si celebra la Festa di apertura degli oratori).
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Fra memoria e futuro

Entrato in Sant’Eustorgio, accompagnato dal parroco don Giorgio Riva e dal responsabile per il catecumenato monsignor Antonio Costabile, Delpini si inginocchierà per baciare e incensare la mensa e il sottostante sarcofago dove sono custodite le reliquie di Eustorgio, Magno e Onorato, i primi vescovi santi di Milano. Quindi benedirà duecento catecumeni, adulti che si stanno preparando a ricevere il Battesimo. «Secondo consuetudine, al termine della celebrazione – ricorda un comunicato della diocesi – riceverà in dono una capsella contenente la terra raccolta nella necropoli paleocristiana che si trova sotto la basilica e lascerà in dono il proprio rocchetto: la veste liturgica in lino bianco indossata per la cerimonia». Dopo il congedo liturgico, Delpini si recherà nella sala capitolare per ricevere l’omaggio dei rappresentanti delle religioni non cristiane. Infine rivolgerà un saluto ai ragazzi sulla piazza.

L’arrivo al Duomo

Sarà un’auto a portare Delpini da Sant’Eustorgio a piazza Duomo, dove arriverà alle 16,45 accolto dal prefetto, dalle massime autorità della Regione Lombardia e del Comune di Milano e dal generale comandante del presidio militare. Benedetta la bandiera e resi gli onori militari, attraverserà la piazza tra i fedeli e salirà sul sagrato dove, davanti alla porta centrale, lo attenderà il cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito, suo predecessore. Varcata la soglia, riceverà dall’arciprete del Duomo, monsignor Gianantonio Borgonovo, la Croce capitolare di San Carlo, la bacerà e aspergerà i fedeli.

Il pastorale e la cattedra

Alle 17 inizierà la Messa solenne «concelebrata, oltre che da un centinaio di sacerdoti, dai cardinali Angelo Scola, Francesco Coccopalmerio, Gianfranco Ravasi, Renato Corti e da 34 vescovi provenienti dalle diocesi lombarde e italiane», prosegue il comunicato. Dopo la lettura della «lettera apostolica» con cui papa Francesco ha affidato a Delpini la guida della Chiesa ambrosiana, il nuovo arcivescovo riceverà da Scola il pastorale di San Carlo. Quindi bacerà l’altare e si siederà, per la prima volta, sulla cattedra arcivescovile acclamato con un canto. Pronuncerà l’omelia dal pulpito alto, quindi benedirà le offerte portate, tra gli altri, da due suoi nipoti. Terminata la celebrazione in Duomo, salutati i fedeli, si recherà in Arcivescovado dove, nella Sala del Tronetto, riceverà i rappresentanti delle altre confessioni cristiane.

Al mattino ad Opera, fra i carcerati

«Per annunciare che la terra è piena della gloria di Dio. La Chiesa ambrosiana accoglie monsignor Mario Delpini nuovo arcivescovo». Così sta scritto sul grande striscione già issato sopra la porta centrale del Duomo, nel quale si riprende il motto del pastore chiamato da papa Francesco ad essere il 144° vescovo di Milano: «Plena est terra gloria eius». Tutta la terra è piena della gloria di Dio. E non c’è luogo dove non sia possibile incontrare la sua presenza salvifica. Fosse anche – letteralmente – un luogo di pena. Un carcere. Come quello di Opera, dove domani mattina Delpini si recherà a celebrare la Messa. Un incontro già programmato, quello con i detenuti. Un altro volto della Milano plurale che saluta e accoglie il nuovo arcivescovo.

Le dirette radio e Tv

L’ingresso ufficiale di monsignor Mario Delpini sarà seguito in diretta a partire dalle 15.45 da Telenova (canale 14 del digitale terrestre), Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre), Radio Marconi, Radio Mater (preceduto, dalle 13.30 alle 15.30, dalla rubrica “Insieme con voi”, che ricorderà i pellegrinaggi ai Santuari della Diocesi compiuti dal nuovo Arcivescovo nel periodo estivo e, dalle 15.30, dal Rosario meditato da don Mario Galbiati secondo le intenzioni di monsignor Delpini), www.chiesadimilano.it e Twitter @chiesadimilano, e dalle 17 da Telepace (canale 187 del digitale terrestre)
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Il primo libro da arcivescovo distribuito con Avvenire

Domenica sarà lanciato il primo libro di monsignor Delpini da arcivescovo di MIlano, "il Vocabolario della vita quotidiana". Frutto di una collaborazione tra «Avvenire», sulle cui pagine dell’inserto domenicale «Milano7» sono apparsi nei mesi scorsi i pensieri del vescovo, e l’editore della diocesi Centro Ambrosiano, il libro (64 pagine, euro 2,50) sarà distribuito come supplemento al giornale alle parrocchie che lo hanno prenotato, e sarà in vendita nelle librerie cattoliche.

È una raccolta di semplici “quadri” di ordinaria vita parrocchiale in cui Delpini, con stile brioso e allo stesso tempo pungente, passa in rassegna “vizi e virtù” di sacristi, perpetue, parroci di paese, ma anche dei fedeli della domenica. Ne emergono tratti che fanno sorridere, come l’abitudine della Maria “tencia” di spettegolare sui guai che la gente le racconta fuori di messa; o il fare brontolone del sacrista Peppino che non vuole mai lasciare il passo a “quelli nuovi”; ma dietro l’ironia il neo Arcivescovo stigmatizza debolezze e piccole cattiverie che danneggiano profondamente la vita di quella Chiesa che lui desidera «libera, lieta, unita e gioiosa». Così, in questo Vocabolario, egli invita fedeli e pastori, catechisti e genitori, giovani e anziani a “collaborare”, concedersi “ascolto”, far spazio alle novità, “perdonare”, “sperare” solo per citare alcune delle parole elencate nel libro.

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