Quattro secoli d’attesa. Perché? «La sua è una vicenda singolare – spiega Giuliodori – i confratelli lo considerano un santo e la stessa prima biografia del bresciano padre Giulio Aleni, nel 1630, ne esalta la santità. Fin da subito si sprecano le autorevoli attestazioni di stima, quasi di venerazione». E poi? «La cacciata dei missionari dalla Cina fa cadere su Ricci e la sua vicenda un velo d’ombra. Fino al Novecento. È PioXII a togliere la condanna dai “riti cinesi”, a lungo ritenuti incompatibili con la fede cristiana, in realtà di matrice confuciana, filosofica». A ricordare più volte padre Ricci saranno poi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Il processo è avviato formalmente nel 1982 dall’allora vescovo di Macerata, monsignor Tarcisio Carboni, ma tutto rimase fermo negli archivi dei gesuiti. Infine, grazie anche al diretto interesse della Segreteria di Stato, i materiali sono stati recuperati, la documentazione è stata aggiornata, la commissione ricostituita fino alla chiusura.
«In questi anni – sottolinea Giuliodori – è emerso uno straordinario interesse per il suo metodo missionario». Modernissimo, tale da suscitare l’attenzione di molti studiosi. Forse può stupire noi italiani che padre Matteo Ricci, in Cina, sia più popolare dello stesso Marco Polo. Ricci è un personaggio storico e tutti i cinesi che studiano storia lo trovano nei manuali. «Ricci fa scoprire l’Occidente ai cinesi e la Cina agli occidentali» spiega Giuliodori, che racconta un episodio emblematico: «Quel 10 gennaio a un convegno stavo parlando di Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica e presidente della Gioventù femminile dell’Azione cattolica. Personaggio di straordinaria intraprendenza, fonda in Cina l’Istituto Benedetto XV per assicurare alle ragazze cinesi povere una dote, da cui nasceranno le Terziarie francescane del Sacro Cuore. Segnalavo la coincidenza: proprio quel giorno veniva consegnato il materiale del processo diocesano per la beatificazione di padre Ricci. Un semplice inciso. Che però finì in due righe sull’Ansa... Qualche giorno dopo mi recapitarono i quotidiani cinesi dove la notizia veniva data con grandissima evidenza».