"Generare la vita vince la crisi". È questo lo slogan coraggioso scelto dai vescovi italiani per la prossima Giornata della Vita, che sarà celebrata il 3 febbraio 2013. "Donare e generare la vita - spiegano i presuli - significa scegliere la via di un futuro sostenibile per un'Italia che si rinnova: è questa una scelta impegnativa ma possibile, che richiede alla politica una gerarchia di interventi e la decisione chiara di investire risorse sulla persona e sulla famiglia, credendo ancora che la vita vince, anche la crisi". La Cei è preoccupata per "il progressivo invecchiamento della popolazione" che "priva la società dell'insostituibile patrimonio che i figli rappresentano, crea difficoltà relative al mantenimento di attività lavorative e imprenditoriali importanti per il territorio e paralizza il sorgere di nuove iniziative". I vescovi sono convinti che crisi economica e crisi demografica si influenzano a vicenda e oggi, affermano, la mancanza di lavoro "aggrava la crisi della natalità e accresce il reoccupante squilibrio demografico che sta toccando il nostro Paese".I vescovi rilevano rilevano "la grave difficoltà nel fare famiglia" oggi in Italia, "a causa di condizioni di precarietà che influenzano la visione della vita e i rapporti interpersonali, suscitano inquietudine e portano a rimandare le scelte definitive e, quindi, la trasmissione della vita all'interno della coppia coniugale e della famiglia".Il testo cita in proposito una testimonianza letta a Milano in presenza del Papa in occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie, dove una coppia ha raccontato il penoso baratro che si è aperto ai suoi piedi con il fallimento della piccola ditta da cui traevano il sostentamento. Nelel nostre città oggi "la gente gira a testabassa, nessuno ha più fiducia di nessuno, manca la speranza", denunciarono quegli sposi e il messaggio riporta le loro parole. "La disponibilità a generare, ancora ben presente nella nostra cultura e nei giovani, è tutt'uno - scrive il Consiglio Episcopale della Cei - con la possibilità di crescita e di sviluppo: non si esce da questa fase critica generando meno figli o peggio ancora soffocando la vita con l'aborto, bensì facendo forza sulla verità della persona umana, sulla logica della gratuità e sul dono grande e unico del trasmettere la vita, proprio in un una situazione di crisi".Secondo i vescovi, "in questa, come in tante altre circostanze, si riconferma il valore della persona e della vita umana, intangibile fin dal concepimento; il primato della persona, infatti, non è stato avvilito dalla crisi e dalla stretta economica. Al contrario, la fattiva solidarietà manifestata da tanti volontari ha mostrato una forza inimmaginabile". "Tutto questo - affermano i presuli - ci sprona a promuovere una cultura della vita accogliente e solidale".