Sulla via di sant'Efisio, durante l'evento "Noi camminiamo in Sardegna", promosso dall'assessorato regionale al Turismo - Davide Nanna
In Sardegna sulle orme del santo guerriero sant’Efisio (250-303), patrono dell’arcidiocesi di Cagliari. Dal capoluogo, dove approdò per combattere il paganesimo diffuso nell’isola e da dove scrisse una lettera all’imperatore Diocleziano, invitandolo a convertirsi alla fede cristiana (e per questo lo condannò a morte), fino alla spiaggia di Nora, dove si compì il martirio. Un percorso di fede che si può compiere spiritualmente, camminando. Ottanta chilometri per riscoprire il senso del suo messaggio e ammirare la bellezza di un territorio che regala una sorpresa dopo l’altra. Un cammino che esiste da secoli e che tradizionalmente si svolge a maggio, dall’1 al 4, per rievocare i passi del santo originario di Elia, alle porte di Antiochia, e lo scioglimento del voto a lui rivolto durante la pestilenza del 1652.Oggi quel cammino devozionale diventa anche un cammino turistico. «Ci si mette in cammino sulle orme di sant’Efisio, ma anche dei pellegrini che ininterrottamente nei secoli lo hanno percorso e lo percorrono – sottolinea don Marcello Loi, delegato dell’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, per la pastorale del turismo e dei cammini in diocesi –. Pellegrini mossi dalla speranza. La stessa speranza che muove i pellegrini di oggi. Portandosi dietro un bagaglio di vita, di difficoltà, in cerca della luce del santo». Con una preghiera: «Sant’Efisio, gloria delle genti di Sardegna da Cagliari a Nora, accompagnami tu nella strada, perché superando tentennamenti, sbagli e dubbi, giunga dove mi attende Gesù».
La statua del martire sant'Efisio, patrono dell'Arcidiocesi di Cagliari - Ettore Cavalli
Il cammino “turistico” è stato inaugurato nei giorni scorsi nell’ambito della seconda edizione di “Noi camminiamo in Sardegna”, l’evento promosso dall’assessorato regionale al Turismo con il patrocinio del ministero del Turismo, e organizzato insieme a Cipnes “Insula Sardinia Quality World” e Terre di Mezzo, di concerto con la Conferenza episcopale sarda, lungo i sette cammini e le otto destinazioni di pellegrinaggio del Registro regionale ufficiale dei cammini, con circa 500 persone partecipanti, in gruppi da 25-30 per itinerario. «La bellezza del creato è al centro del modello di sviluppo della Regione Sardegna che con i cammini e le mete di pellegrinaggio promuove il turismo culturale-religioso – dice Renato Tomasi, responsabile del settore valorizzazione territoriale e degli itinerari religiosi dell’assessorato –. Il cammino religioso come occasione unica per riscoprire la bellezza di un’isola lontana dai clamori estivi delle spiagge, un percorso per scoprire e promuovere l’identità dei territori in una chiave più vicina a quella rappresentata da Francesco d’Assisi e nell’interpretazione della “bellezza” espressa da papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’».
La benedizione dei pellegrini nel Santuario di Nora, luogo del martirio di sant'Efisio - Paolo Matta
Nella storica piazza della chiesa di Stampace, la cerimonia religiosa con i rappresentanti dell’arciconfraternita e della parrocchia di Sant’Efisio e dell’arcidiocesi di Cagliari, e la consegna delle “credenziali del pellegrino”. I “camminantes” sono così partiti con destinazione Nora. Un viaggio in quattro tappe, fra bellezza, cultura e devozione, attraversando cinque Comuni: Cagliari, Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro e Pula. Dal centro urbano di Cagliari si arriva a Giorgino dove, poco oltre il borgo dei pescatori, ci si addentra nella Corte della famiglia Ballero, dove ogni primo maggio, sotto una pioggia di petali colorati, si ferma il simulacro di sant’Efisio, per indossare gli abiti da campagna e cambiare il cocchio. Prima di arrivare nel luogo dove il santo viene storicamente accolto nella chiesetta stazionale di Su Loi a Torre degli Ulivi a Capoterra, ci si immerge nelle Saline Conti Vecchi, promosse dal Fai, dove si può assistere al volo dei fenicotteri. Nella seconda tappa è possibile inoltrarsi sulle colline di Poggio dei Pini per far visita alla chiesa di San Girolamo e, prima di raggiungere la storica Villa d’Orri, nel territorio di Sarroch, si passa dalle tenute della cantina Nuraghe Antigori e per l’omonimo complesso archeologico. Terzo giorno a Villa San Pietro, per scoprire una tradizione che nasce a partire dal 1943, durante la Seconda guerra mondiale e sotto bombardamenti, quando Mario Atzori prelevò e portò a casa sua la statua del santo, incurante del pericolo. Nella quarta e ultima tappa si prosegue verso la località “Sa Punta”, prima di arrivare al mare tra Perd’è Sali e la spiaggia di Porto Columbu passando fra il nuraghe Mereu e tombe dei giganti, si arriva all’ingresso di Pula. Dopo aver attraversato le rovine della bellissima città romana di Nora, il cammino si conclude nel santuario eretto sulla spiaggia dove si compì il martirio. «Un percorso nella natura, lungo le orme del santo – conclude don Loi – ma anche fra le comunità. La straordinarietà del cammino e dei cammini sta proprio nell’incontro fra chi arriva e chi accoglie. Il pellegrino e le persone che animano le comunità». I volti della bellezza di chi ha percorso orme antiche che non temono il tempo.