La Cattedrale di Carpi riaperta dopo il terremoto
Un giorno di gioia e di speranza. Di gioia perché finalmente la chiesa madre, la Cattedrale, torna ad essere «luogo dove la presente generazione alimenta la sua fede nel confronto con quella delle generazioni che l’hanno preceduta». Di speranza perché mostra a tutti, e oggi specialmente alle popolazioni dell’Italia centrale, che il terremoto «può colpire e ferire», ma non può «disgregare e disperdere una comunità che si impegni a rinascere». A cinque anni dal terribile sisma che ha sconvolto questo lembo dell’Emilia il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, riapre al culto la bella cattedrale di Carpi dedicata a Santa Maria Assunta. Lo fa nel giorno in cui la Chiesa festeggia un’altra solennità mariana, l’Annunciazione, insieme al pastore della diocesi – e in passato suo collaboratore nel “ministero degli esteri” vaticano – il vescovo Francesco Cavina, che si insediò a Carpi solo tre mesi prima del sisma.
Parolin nella sua omelia ribadisce che il terremoto «come altri drammi che possono scuotere la società, con i loro lutti e devastazioni, non hanno l’ultima parola». E ricorda poi come la Cattedrale sia anche «un ponte di dialogo con l’intera società, perché ciascuno, a partire dalle proprie responsabilità e dal proprio ruolo, si disponga a cooperare con tutti per assicurare il bene comune».
Proprio a questa cooperazione positiva fa cenno Cavina nel saluto iniziale. Il vescovo di Carpi evidenzia che il recupero della Cattedrale è stato possibile grazie al «concorso insostituibile e sinergico» dello Stato, della Santa Sede, dell’8xmille destinato alla Chiesa cattolica, da tanti enti pubblici e privati e fedeli. Un recupero costato complessivamente – spiega l’ingegner Marco Soglia – circa 5,1 milioni di euro, di cui 4,4 dalla Regione Emilia-Romagna con i fondi per la ricostruzione. Cavina comunque punta soprattutto a valorizzare lo «slancio ideale, appassionato, ingegnoso e creativo» delle tante persone che hanno prestato l’opera di recupero, «orgogliose di offrire il loro contributo non per la ricostruzione di un edificio qualunque, ma della cattedrale di Santa Maria Assunta, onore e vanto dei carpigiani». E a testimonianza di ciò il vescovo di Carpi legge un brano della commovente lettera ricevuta da una persona che per cinque anni ha lavorato per restituire il Duomo al culto.
La celebrazione si conclude con l’incoronazione dell’antica statua della Vergine che orna la Cattedrale e il discoprimento di una lapide scolpita in ricordo dell’evento. Il rito è particolarmente solenne, impreziosito dalla Schola che intona le preghiere della Messa dell’Incoronazione di Mozart. Concelebrano, oltre a Parolin, al vescovo Cavina e all’emerito Elio Tinti, anche i cardinali Angelo Bagnasco, Giuseppe Betori e Carlo Caffarra, nonché altri 14 presuli provenienti dall’Italia (tra loro gli arcivescovi Zuppi, Ghizzoni, Bressan, Rabitti e Verucchi) e anche da fuori (Joseph Kariyil di Cochin in India).
Il presidente della Cei – e della Ccee – in un saluto finale sottolinea come l’evento sia «un momento solenne e commovente insieme, che viene a coronare un lungo tempo di fatiche, di speranze, di trepidazioni e di grande lavoro». Numerosi le autorità presenti: il ministro Gian Luca Galletti, il presidente della Regione Stefano Bonaccini e sindaci della diocesi.
Le offerte raccolte saranno destinate al Progetto Gemma per il sostegno alle mamme che decidono di non interrompere la gravidanza, mentre il servizio d’ordine è svolto con efficacia e delicatezza da 160 scout del gruppo Agesci – Zona di Carpi. Nel pomeriggio e in serata grande momento di festa nella grande e bella piazza Martiri su cui si affaccia la cattedrale con esibizione dei Falconieri e degli sbandieratori e fuochi pirotecnici finali. In un clima di gioia che si rinnoverà domenica prossima con l’attesissimo arrivo di papa Francesco. Una visita, anticipa Parolin ai carpigiani, che verrà «a confermarvi nella fede, a portarvi il messaggio di speranza sempre attuale che si sprigiona dal Vangelo, ad essere concreto segno di vicinanza e solidarietà per quanto questa zona ha sofferto e a ringraziare il Signore per la solerzia dell’opera di ricostruzione e di ritorno alla normalità».