La relazione finale del Sinodo sulla famiglia è stata presentata questo pomeriggio ai padri sinodali.
Il testo, frutto del lavoro dei dieci esperti nominati direttamente dal Papa (fanno parte della Commissione il cardinale
Péter Erdo, relatore generale; il cardinale
Lorenzo Baldisseri, segretario generale; l'arcivescovo
Bruno Forte, segretario speciale; il cardinal
Oswald Gracias, India; il cardinale
Donald William Wuerl, Stati Uniti; il cardinale
John Atcherley Dew, Nuova Zelanda; monsignor
Victor Manuel Fernandez, rettore della Pontificia Università Cattolica di Argentina; il vescovo
Mathieu Madega, Gabon; il vescovo di Albano
Marcello Semeraro; padre
Adolfo Nicolas Pachon, preposito generale della Compagnia di Gesù, in rappresentanza dell’Unione dei Superiori Generali) è stato elaborato in tempi strettissimi, dopo un esame approfondito dei circa 700 "modi" (gli emendamenti nel linguaggio ecclesiatico) emersi dalle 39 relazioni dei Circoli minori (13 per ognuna delle tre parti in cui si divide l'
Instrumentun laboris) durante le tre settimane di dibattito sinodale. La relazione - che domani verrà discussa nella congregazione generale prima del voto di sabato - è indirizzata direttamente al Papa e sarà poi lui a stabilire quale destino dovrà avere. Secondo le opinioni di alcuni padri sinodali, molto probabilmente Francesco deciderà di rendere subito pubblico il testo,
riservandosi poi di rielaborarlo in un'esortazione post-sinodale che dovrebbe arrivare tra alcuni mesi. La commissione ha tentato di presentare «tutte le domande» emerse nell’assemblea, senza però individuare «tutte le risposte», come ha anticipato stamattina nel briefing quotidiano il cardinale
Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, presidente della Conferenza episcopale indiana e membro della commissione stessa. Il porporato ha assicurato, da un lato, che «non cambia la dottrina», ma, dall’altro, che il Sinodo non si limiterà a «ripetere» la
Familiaris consortio pubblicata da Giovanni Paolo II nel 1981. Il Papa, ha raccontato Gracias, ha fatto visita «per 5-7 minuti» alla Commissione all’inizio dei lavori, «ha ringraziato per il lavoro fatto, ci ha incoraggiato, ha sottolineato l’importanza del Sinodo sulla famiglia e della relazione». Quale criterio, è stato chiesto al cardinale Gracias, per la scelta degli emendamenti? «Gli esperti fanno una valutazione - ha spiegato - cercando di scegliere quelli più rappresentativi, e poi la Commissione decide quali inserire nel testo finale, in modo che ne emerga un messaggio coerente. La bozza della
Relatio finalis - ha precisato - consta attualmente di circa cinquanta pagine, approvate all'unanimità dalla Commissione. In apertura, forse verrà inserito un preambolo, su richiesta di alcuni Circoli minori». Dopo la discussione di oggi i padri sinodali potranno proporre delle modifiche, che dovranno pervenire entro le 14 di domani in forma scritta. Venerdì sera la Commissione rielaborerà il testo, in base alle modifiche. Quindi, sabato mattina, la lettura in Aula nella forma definitiva, e nel pomeriggio il voto, paragrafo per paragrafo. Sui contenuti della relazione finale al momento - com'è naturale - riserbo assoluto. In un'intervista che domani mattina verrà pubblicata su
Avvenire, il vescovo di Gozo (Malta),
Mario Grech, presidente della Conferenza episcopale dell'isola, ricorda che durante le congregazioni generali un padre sinodale ha invitato la Chiesa a chiedere scusa per «quello che avremmo dovuto fare per il matrimomio e la famiglia e non abbiamo fatto. Mi auguro che dopo questo Sinodo non ci sarà più la necessità di chiedere perdono per quello che lo Spirito, attraverso papa Francesco, ci chiede di fare». E, a proposito del rinnovamento della pastorale, ha ricordato le cinque azioni indicate nella relazione del Circolo "italiano C" a cui ha preso parte: «Prendere l'iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare, festeggiare. Sarebbe un passo avanti importante alla luce di una misericordia tenera e intransigente».