Ugo, 17 anni: Gesù ha ridato speranza alla mia vitacostellata di dolori e abbandoni sin dall’infanziaUna vita costellata di dolori e abbandoni: la partenza della madre drogata, la crescita affidata alla nonna, l’abbandono del padre e il suicidio del nonno. «Mi sembravano tante condanne che si erano abbattute su di me – racconta Ugo Esposto, 17 anni di Senigallia –. Da quel momento, per l’enorme dolore, scese dentro e fuori di me il silenzio. Mi adattai alla situazione sviluppando una completa sfiducia nelle persone che mi stavano accanto». E da «bambino diffidente» crescendo è diventato «un ragazzo solo». «Mia nonna si era impegnata per farmi ricevere i Sacramenti, che per me, tuttavia, non avevano alcun significato. Trascorrevo alcune ore della giornata in parrocchia per avere un luogo dove stare; non avevo alcuna voglia di studiare. Del resto nessuno mi controllava o si interessava di me», Poi un giorno «sento pregare e cantare ad alta voce ragazzini come me. Erano tanti, membri di un Gruppo del Rinnovamento nello Spirito denominato "Giardinetto di Maria" composto da soli bambini e ragazzi e dalle loro famiglie». Fu il punto di svolta, anche se non immediato. «Mi chiedevo continuamente che cosa avessero mai da sorridere e da star felici tutto quel tempo. Passavano le settimane e più m’incuriosivo. Vengo trascinato in uno di questi incontri, grazie all’insistenza di un giovane vice parroco arrivato da poco. Rimasi colpito dalla loro spontaneità, da come riuscissero a parlare con Dio, e allo stesso tempo mi domandavo come fosse possibile questa preghiera di grandi e piccoli insieme. Per me era inconcepibile». Ma il cammino è proseguito e lo ha coinvolto. «Se Gesù ha ridato speranza alla mia vita – ha concluso Ugo –, allora può donarla a tutti i ragazzi come me! E così non smetto di evangelizzare, a scuola come negli ambienti in cui mi trovo»
Ugo, 17 anni: Gesù ha ridato speranza alla mia vitacostellata di dolori e abbandoni sin dall’infanziaUna vita costellata di dolori e abbandoni: la partenza della madre drogata, la crescita affidata alla nonna, l’abbandono del padre e il suicidio del nonno. «Mi sembravano tante condanne che si erano abbattute su di me – racconta Ugo Esposto, 17 anni di Senigallia –. Da quel momento, per l’enorme dolore, scese dentro e fuori di me il silenzio. Mi adattai alla situazione sviluppando una completa sfiducia nelle persone che mi stavano accanto». E da «bambino diffidente» crescendo è diventato «un ragazzo solo». «Mia nonna si era impegnata per farmi ricevere i Sacramenti, che per me, tuttavia, non avevano alcun significato. Trascorrevo alcune ore della giornata in parrocchia per avere un luogo dove stare; non avevo alcuna voglia di studiare. Del resto nessuno mi controllava o si interessava di me», Poi un giorno «sento pregare e cantare ad alta voce ragazzini come me. Erano tanti, membri di un Gruppo del Rinnovamento nello Spirito denominato "Giardinetto di Maria" composto da soli bambini e ragazzi e dalle loro famiglie». Fu il punto di svolta, anche se non immediato. «Mi chiedevo continuamente che cosa avessero mai da sorridere e da star felici tutto quel tempo. Passavano le settimane e più m’incuriosivo. Vengo trascinato in uno di questi incontri, grazie all’insistenza di un giovane vice parroco arrivato da poco. Rimasi colpito dalla loro spontaneità, da come riuscissero a parlare con Dio, e allo stesso tempo mi domandavo come fosse possibile questa preghiera di grandi e piccoli insieme. Per me era inconcepibile». Ma il cammino è proseguito e lo ha coinvolto. «Se Gesù ha ridato speranza alla mia vita – ha concluso Ugo –, allora può donarla a tutti i ragazzi come me! E così non smetto di evangelizzare, a scuola come negli ambienti in cui mi trovo»
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