Un incendio partito dai garage della
nave ha trasformato il traghetto Norman Atlantic in servizio tra
la Grecia e l'Italia in un inferno di fuoco e fumo: dopo 18 ore
è stata recuperata una vittima, la nave è ancora in fiamme e a
bordo restano oltre 300 persone. "Bruceremo come topi, siamo in
pericolo e non so quanto resisteremo" è il drammatico racconto
di chi è ancora sul ponte della nave.
L'incubo inizia alle 4.30 del mattino a una ventina di miglia
dalle coste dell'Albania: il traghetto, di proprietà della
società armatrice Visemar di navigazione, era partito da
Patrasso e, dopo una sosta ad Igoumenitsa, era atteso ad Ancona
alle 17.
(Foto Marina Militare, Ap Photo e Lapresse) La Norman Atlantic era stata noleggiata dalla compagnia
greca Anek Lines per sostituire la nave Ellenic Spirit,
attualmente in manutenzione: il contratto sarebbe scaduto a metà
gennaio. Cosa abbia scatenato le fiamme saranno le inchieste a
chiarirlo; forse un corto circuito, forse un problema ad uno dei
128 camion nel garage, alcuni carichi d'olio. Secondo alcuni
camionisti il traghetto era sovraccarico e la "parte alta dei
mezzi pesanti faceva attrito con il soffitto del garage, può
essere che una scintilla sia partita da lì". E sarà sempre
l'inchiesta a chiarire se vi siano state delle carenze alle
porte tagliafuoco: un'ispezione effettuata 10 giorni fa
dall'organizzazione internazionale 'Paris Moù aveva evidenziato
un "malfunzionamento" proprio delle strutture che devono
impedire alle fiamme di propagarsi. Ma l'armatore della nave,
Carlo Visentini, smentisce: "il problema c'era ma è stato subito
risolto. Il traghetto era pienamente funzionante".
Fatto sta che l'incendio si è propagato molto velocemente
raggiungendo i ponti superiori. Il traghetto è diventato
immediatamente ingovernabile e il comandante ha dichiarato
l'abbandono nave. Nonostante questo da bordo sono riusciti a
calare una sola scialuppa, con cui sono state messe in salvo una
quarantina di persone. L'equipaggio sarebbe anche riuscito a
contenere il fuoco al ponte 5, ma le altissime temperature e
soprattutto il fumo denso rischiano di trasformare il traghetto
in una bara d'acciaio per centinaia di persone.
"Siamo sul ponte, stiamo morendo di freddo e soffochiamo per
il fumo, l'incendio si sta estendendo sempre di più, i pavimenti
sono bollenti e non so se ce la faremo" ha raccontato Yorgos
Stiliaras, uno dei passeggeri greci a bordo. "Le scarpe si
stanno fondendo e non possono portarci via - ha aggiunto un
altro - il tempo è troppo brutto, c'è molto fumo e abbiamo molte
difficoltà a respirare, non si vede nulla". Il premier Matteo
Renzi, rientrato a palazzo Chigi, ha sentito 2 volte il primo
ministro greco Samaras e ha ricevuto il ministro degli Esteri
Gentiloni. "Stiamo seguendo la vicenda - ha twittato - con il
massimo coinvolgimento della nostra Marina".
A rendere ancora più difficili i soccorsi, coordinati
dall'Italia, anche le condizioni meteo proibitive. Per tutta la
mattina il mare forza 7-8 ha alzato onde di oltre cinque metri,
rendendo impossibile qualsiasi manovra di avvicinamento alla
nave in fiamme. Secondo alcuni testimoni inoltre il traghetto
sarebbe già inclinato e dunque sarebbe ancora più difficile
riuscire a mettere in mare i mezzi di soccorso. Nel pomeriggio
le condizioni sono leggermente migliorate ma il vento di 35-40
nodi e la visibilità scarsa ha costretto i soccorritori ad
operare solo con gli elicotteri. I velivoli della Marina,
dell'Aeronautica e della Guardia Costiera italiana, per tutto il
giorno hanno così fatto la spola tra il traghetto e le navi
presenti in zona: quelle italiane, quelle greche e albanesi e i
mercantili dirottati in zona.
L'arrivo del buio ha costretto ad un ulteriore rallentamento
delle operazioni anche se nel tardo pomeriggio di ieri uno dei
rimorchiatori partiti da Brindisi, dopo ore di tentativi, è
finalmente riuscito ad agganciare il traghetto, che si trova a
circa 13 miglia delle coste di Valona, per le operazioni di trasbordo, in una vera e propria corsa contro il tempo.