lunedì 15 dicembre 2014
​Cittadini e associazioni si rivolgono alle corte europea dei diritti dell'uomo: "comportamento omissivo da parte dello Stato". Don Patriciello: Napolitano venga qui da noi.  (Toni Mira)
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​"Riteniamo che i nostri diritti non siano stati rispettati, in primo luogo i diritti ad un ambiente sano, il diritto alla salute, il diritto alla vita. Per questo chiediamo che sia fatta giustizia. Vogliamo sapere chi doveva tutelarci e non lo ha fatto, chi doveva difenderci, chi doveva sorvegliare il nostro territorio". Così don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano voce del popolo della "terra dei fuochi" annuncia il "via libera" al ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. La Cancelleria della Corte di Strasburgo ha infatti comunicato di aver riunito in un unico ricorso le istanze riguardanti il dramma del territorio campano presentate contro lo Stato italiano da 61 cittadini vittime dei "veleni" o loro familiari, e da cinque associazioni di quella terra. "Vogliamo dimostrare - spiega l'avvocato Antonella Mascia che segue il ricorso - che c'é stato un comportamento omissivo da parte dello Stato per quanto riguarda il rispetto dei diritti all'ambiente e alla salute. Perchè riteniamo - aggiunge - che non prendendo provvedimenti efficaci abbia violato varie norme europee". "Ci è stata spezzata la vita, non la riavremo ma per i nostri piccoli cerchiamo verità e giustizia", dicono Marzia e Giuseppa, due mamme che dopo la morte per tumore dei loro bambini hanno presentato ricorso alla Corte di Strasburgo. E fanno un appello: "I nostri figli e tutti i morti per i veleni della "terra dei fuochi" devono essere dichiarati vittime innocenti delle ecomafie". E anche don Maurizio fa un appello. "Il Presidente Napolitano venga qui da noi, venga in parrocchia, venga nei cimiteri a portare un fiore sulla tomba di queste vittime, a dire che sono morte per questo scempio, perchè non sono state tutelate".
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