venerdì 13 giugno 2014
​Cambiano i nomi ma non i "sentimenti" dei cittadini. Un'indagine della Doxa conferma: sul podio restano la vecchia Imu e la nuova Tasi, seguite dalle tasse sulla benzina e dal canone Rai.
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​Gli incubi degli italiani si popolano di nuovi mostri. O meglio, sempre gli stessi mostri, ma ora con nomi diversi. Così nel passaggio tra l'Ici e la Tasi, passando per l'Imu, il primato di "tassa più odiata" dai cittadinì è saldamente detenuto proprio dalle tasse sulla casa. Complici forse anche le continue rivoluzioni normative spesso di difficile comprensione. Sul podio c'è dunque la vecchia Imu (che regge ancora dalla seconda casa in su) e la nuova Tasi (pochi giorni ancora alla scadenza per capire se l'acconto sarà o meno un salasso come molti temono e il governo smentisce). La nuova classifica delle imposte odiose è stata stilata dalla Doxa che nei giorni scorsi ha realizzato 1001 interviste telefoniche su un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana adulta (da 15 anni in su), dotata di telefono fisso in casa. Gli italiani non smentiscono il loro livore fiscale ed indicano ai primi tre posti: tasse sulla casa (56%), tasse sulla benzina (36%) e quasi pari merito il canone Rai (35%). Con poco stacco seguono le tasse sull'energia elettrica, gas, telefonia, conti correnti bancari, (il 32% indica le utenze in generale), i ticket sanitari (25%), il bollo auto (21%). Il 16% invece odia le tasse di successione. Anche se ormai non ci sono più e si paga solo l'imposta catastale e di registro. Ma voci recenti parlano dell'intenzione del governo di rimettere mano alla pratica successioni. Non piace neanche l'imposta di bollo (9%), la tassa su passaporti e patenti (6%) che si contendono il nono posto a pari merito con la Tobin tax (la tassa sulle transazioni finanziarie). Chiudono il quadro la tassa sulle vincite di giochi e lotterie (5%) e quella sui tabacchi (4%). Dividendo i risultati per sesso, età ed istruzione sono le donne a risultare le più avvelenate per le tasse sulla casa con un 62%. E di solito Imu e Tasi si odiano di più nel centro Italia (59%). La Doxa scava ancora di più e chiede agli italiani quale è il livello fiscale ritenuto adeguato rispetto ai servizi ricevuti dallo Stato. Neanche a dirlo 6 italiani su 10 dicono che sarebbe adeguato un livello più basso (inferiore al 30%) rispetto al livello medio registrato (45%). E solo uno sparuto 3% dice che il livello va bene così. Di questo ultimo 3% la fascia più alta (cioè l'8%) si registra tra i laureati.    Ma a cosa rinuncerebbero gli italiani per vedersi avverato il sogno di tasse più basse? Al primo posto indicano in generale le spese per la macchina statale (56%). E al secondo (il 36%) le spese per la Difesa (complice forse il recente dibattito sugli F35). Seguono ma con molto distacco gli investimento per trasporti, sanità e persino scuola (ma solo il 4% degli intervistati).
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