Per la terza volta nel 2023 le motovedette libiche fornite dall’Italia hanno sparato sugli equipaggi della Federazione internazionale della Croce rossa. Un crimine sanzionato dal diritto internazionale, ma che Tripoli continua a commettere confidando nel silenzio delle autorità, in particolare quelle italiane che continuano ad equipaggiare le varie milizie del mare affiliate a vari ministeri di Tripoli.
«L'equipaggio a bordo della nave di soccorso umanitaria Ocean Viking, gestita da Sos Mediterranee dalla Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa - si legge in una nota congiunta -, ha risposto a una chiamata di mayday su una piccola imbarcazione in difficoltà in acque internazionali al largo delle coste libiche. È stata la seconda operazione della giornata, dopo un primo salvataggio di 46 persone avvenuto anch'esso in acque internazionali nella regione libica di ricerca e soccorso».
A quel punto, mentre il trasbordo dal barchino ai gommoni era in corso e, come si nota dai filmati, la Ocean Viking si era identificata via Radio, la motovedetta (una classe Corrubia appartenuta in passato alla Guardia di finanza) ha puntato la prua e soprattutto i mitraglieri contro i soccorritori. I filmati dalle “onboard camera” riprendono i soccorritori a rannicchiarsi insieme ai migranti per sfuggire alla traiettoria dei proiettili.
L’episodio è di venerdì scorso. «La guardia costiera libica ha sparato colpi di arma da fuoco in prossimità dell'equipaggio di salvataggio. Si tratta del terzo incidente di quest'anno, che si inserisce in un contesto di crescente insicurezza nel Mar Mediterraneo», ribadiscono le organizzazioni umanitarie.
I naufraghi e i membri dell'equipaggio sono riusciti a mettersi in salvo a bordo della Ocean Viking, ma tutti sono sotto choc e alcuni hanno riportato ferite a causa delle manovre della guardia costiera libica. Giannis, leader del gommone di salvataggio più vicino alla motovedetta, ha spiegato che «l'impatto della scia creata deliberatamente dalla motovedetta libica sulle nostre imbarcazioni è stato così forte che mi sono ferito alla schiena. Mentre continuavano a sparare e a inseguirci, la sicurezza delle persone soccorse e dell'equipaggio era nelle mani di un uomo armato».