Giampaolo Silvestri - Foto d'archivio
Una norma che va contro il principio di sussidiarietà, sancito dalla Costituzione all’articolo 118. Ecco perché l’Avsi, la Fondazione non profit attiva dal 1972 e oggi presente in 42 Paesi di tutto il mondo con progetti di cooperazione e sviluppo, chiede la soppressione integrale dell’articolo 112 della legge di Bilancio, ora all’esame del Parlamento. La norma in questione prevede, come si legge nella bozza dell’articolo, «la presenza di un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze nei collegi di revisione o sindacali di società, enti, organismi e fondazioni che ricevono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi a carico dello Stato, di entità significativa. Il livello di significatività del contributo è stabilito con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Economia, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. In sede di prima applicazione il predetto livello di significatività è stabilito nell’importo di 100.000 euro annui».
Insomma, una sorta di vero e proprio “controllo” per migliaia di realtà, anche del non profit, considerato anche proprio il livello dei 100mila euro. Ecco dunque che Avsi si rivolge a tutti i parlamentari chiedendo la soppressione dell’articolo 112 per una serie di motivi, oltre a quello già citato dell’andare contro il principio di sussidiarietà, che il segretario generale Giampaolo Silvestri riassume per l’appunto anche come «una misura anacronistica e illiberale di controllo e ingerenza dello Stato nel settore privato; lede il principio di libera espressione della società civile in quanto viola la libertà di nomina dei componenti dell’organo di controllo da parte dell’assemblea dei soci».