La carta "Dedicata a te" nella presentazione del governo - ANSA
Per le opposizioni è solo una «mancetta» la card anti-inflazione presentata martedì dal governo Meloni e che parte il 18 luglio. A dare linfa a tale critica è arrivata la lista dei prodotti “di prima necessità” acquistabili con la carta “Dedicata a te”. Il ministero dell’Agricoltura l’ha diffusa, come “Allegato I”, e Maria Cecilia Guerra, deputata e responsabile Lavoro del Pd, l’ha passata al setaccio su Twitter: «Potrai acquistare pescato fresco ma non pesce surgelato; caffè, tè e camomilla ma non tisane, miele naturale ma non marmellate, zucchero ma non sale. Mai il paternalismo di Stato (sei povero? decido io quel che è bene per te) si era spinto a tanto», ha scritto Guerra contestando i criteri di scelta. Pronta la replica del ministro Francesco Lollobrigida: «Non imponiamo diete. Figuriamoci se andiamo ad individuare che cosa devono mangiare nello spefico i cittadini, però se possiamo attivare filiere che danno lavoro lo facciamo».
In effetti questo nuovo strumento solidale appena messo in campo e pensato per circa un milione e 300mila nuclei familiari con reddito Isee sotto i 15mila euro non vale per comprare qualsiasi genere, ma è collegato a un paniere ben preciso di beni. E la lista allegata dall’ex sottosegretario dem in effetti conferma: qualsiasi tipo di surgelato è escluso, così come non è compreso il sale, mentre c’è il cacao in polvere. Inoltre, per gli aceti è specificato che con la carta una tantum da 382,50 euro si può acquistare quello di vino, non le altre tipologie; diversamente, sono ammessi sia l’olio di oliva che di semi.
L’elenco è stato commentato anche da Chiara Appendino: «Ma niente farmaci, se tuo figlio ha la febbre la tachipirina te la paghi tu. I dettagli che stanno venendo fuori su questa “social card” sono da mettersi le mani nei capelli», dice l’ex sindaca di Torino, che poi conclude: «Il governo fa cassa sui poveri tagliando ovunque, poi tira fuori questa card, mentre il centrodestra reintroduce i vitalizi» per i parlamentari.La carta è stata ideata dal governo per sostenere le famiglie in maggior difficoltà economica a causa dell’inflazione che interessa soprattutto il carrello della spesa. Quindi i principali prodotti come pane, pasta e riso sono inclusi nel paniere, ma anche legumi, latte e derivati, burro, uova, frutta e verdura, zucchero, miele, cioccolato. Restano fuori gli alimentari non considerati di prima necessità come birra e vino, ma anche bibite gasate e caramelle, oltre ai surgelati. Prodotti che non appaiono nell’elenco ministeriale. Ai possessori della card spetterà poi uno sconto del 15% per la spesa fatta nei negozi della grande distribuzione che aderiscono alla convenzione relativa sempre allo stesso paniere di prodotti. Di fatto, uno sconto che sarà cumulabile alle promozioni già attive sui “prodotti solidali”.
La carta è stata oggetto di nuovi attacchi anche da parte dei vertici del Pd. La segretaria Elly Schlein, intervenendo all’assemblea delle coop di consumatori, ha sostenuto che è uno strumento «escludente, perché non vi possono accedere le persone anziane che vivono sole. Noi saremo lì con le nostre proposte alternative».Critiche sono arrivate anche dal mondo sindacale. «“Dedicata a te” replica in maniera ancora più paradossale la social card per i pensionati del 2008 - osserva Domenico Proietti, segretario confederale della Uil -: a conti fatti, costa più in spesa di produzione che per il beneficio reale del cittadino che la riceve. Il paradosso continua - prosegue Proietti - quando si può acquistare, ad esempio, il tè, ma non una comune tisana. Questo intervento, insomma, non contrasta affatto la povertà e non riconosce la dignità delle persone. La via maestra per contrastare la povertà è rappresentata da risposte lungimiranti e strutturali come il Reddito di cittadinanza, che negli ultimi 3 anni aveva concretamente aiutato alcuni milioni di persone».