Mentre salta il varo di Destinazione Italia – il ddl per sostenere lo sviluppo e attrarre gli investimenti che sembrava dover andare oggi in Consiglio dei ministri – l’attenzione va tutta all’iter della legge di stabilità in vista delle scadenza, domani mattina, del termine per presentare gli emendamenti. I partiti di maggioranza stanno cercano di trovare punti di convergenza almeno sui capitoli principali, dalla casa al cuneo fiscale. Per quanto riguarda gli sconti in busta paga, l’ipotesi più solida rimane quella di concentrare il beneficio su un platea più ristretta. Tra le novità spunta proposta del co-relatore Giorgio Santini (Pd) di permettere il pensionamento anticipato ai lavoratori di almeno 62 anni che siano stati licenziati. Dal sindacato, che sta preparando gli scioperi della prossima settimana nei territori contro la manovra, arriva l’allarme del leader della Uil Luigi Angeletti: se non si introducono «modifiche profonde» nel 2014 raggiungeremo i 3,5 milioni di disoccupati, ha avvertito.
Secondo le nuove ipotesi lo sconto sul cuneo andrebbe solo ai redditi inferiori a una soglia tra i 25 e i 28 mila euro (invece di 55mila) e sarebbe così un po’ più più robusto di quanto ipotizzato, forse oltre 200 euro, da erogare probabilmente in un’unica soluzione annua. Cifre ancora ballerine, perché la torta disponibile non è ampia (si cercano altre risorse) e andrà suddivisa per più capitoli, ad esempio per gli sgravi sui salari di produttività, come richiede con insistenza il Pdl.
In merito all’imposizione sulla casa, Santini ha sottolineato la necessità di trovare un equilibrio che salvaguardi le entrate dei Comuni, e confermi le detrazioni e l’esenzione dal pagamento di chi non pagava l’Imu. La nuova tassa, da ribattezzare Tributo unico comunale secondo l’altro relatore Antonio D’Ali (Pdl), sulla prima casa dovrebbe prevedere solo un’aliquota minimale. Mentre per quanto riguarda la Tari (rifiuti) non dovrà superare quanto già pagato dagli utenti con la Tares. Il Pdl chiede anche di razionalizzare il sistema della raccolta rifiuti, inserendo un bacino di utenza minimo (150mila abitanti), sotto il quale le aziende del settore sarebbero obbligate a unirsi. Entrambi i relatori puntano poi a modificare le misure sulle pensioni, escludendo quelle medio-basse dal blocco dell’indicizzazione.
Si tratta di modifiche che richiedono coperture aggiuntive. Ed è su questo aspetto che tra i partiti di maggioranza resta grande distanza. Il Pd insiste su un’estensione della Tobin tax, e un aumento dal 20 al 22% dell’aliquota sulle rendite finanziarie. Si parla anche dell’introduzione di una Web tax sui ricavi in Italia dei colossi di Internet. Il Pdl però non vuole nuove tasse e chiede più tagli di spesa. Per irrobustire gli sconti fiscali si guarda anche a nuove risorse, come la tassazione dei capitali detenuti all’estero, la spending review e la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia. Mentre resta sempre da finanziare, per il 2013, l’abolizione della seconda rata dell’Imu.
Tornando al ddl sullo sviluppo, il provvedimento si sarebbe incagliato su due delle misure più attese: il piano per ridurre del 15-20% gli oneri sulle bollette elettriche, e la normativa per rendere gratuito il trasferimento di un conto corrente da una banca all’altra. Nel primo caso il complesso meccanismo messo a punto per ridurre il costo degli incentivi alle fonti rinnovabili presenti in bolletta, attraverso la cessione dei crediti da parte del Gestore servizi elettrici (Gse), non ha retto alle obiezioni del Tesoro che teme contraccolpi sul bilancio pubblico. Riguardo ai conti correnti, ci sono resistenze dal mondo bancario. Così si è preso tempo, decidendo il rinvio di tutto il pacchetto. Il governo esaminerà invece oggi un ddl in materia ambientale.