venerdì 29 novembre 2024
Toni “incendiari” dal leader Cgil al comizio di Bologna. Critiche dai vicepremier Tajani: «Linguaggio fondamentalista»; e Salvini: «Sia più cauto, qualcuno lo prende sul serio»
Il comizio di Maurizio Landini (Cgil) a Bologna

Il comizio di Maurizio Landini (Cgil) a Bologna - Ansa

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Non bastassero le forti polemiche che lo hanno preceduto, lo sciopero generale delle sole Cgil e Uil (non ha aderito la Cisl di Luigi Sbarra) contro la manovra Meloni si è trasformato in una corrida, consumata fra i toni di nuovo alzati da Maurizio Landini, il solito balletto di cifre (la protesta sembra essere stata un mezzo flop, in effetti) e gli scontri contro le forze dell’ordine che si sono riproposti a Torino per mano degli antagonisti, con nuovi episodi che hanno visto bruciare fantocci e sagome coi volti della premier Giorgia Meloni, dei ministri Matteo Salvini (Trasporti) e Guido Crosetto (Difesa) e dell’ex ministro Roberto Cingolani, oggi a capo di Leonardo, gruppo attivo anche nelle forniture militari. Mix perfetto per far gridare la destra ai “nemici perfetti”, additati nel mondo sindacale.

A infiammare gli animi ci ha pensato il segretario generale della Cgil, nel comizio tenuto in piazza Maggiore a Bologna, alla presenza anche dei leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, e del neopresidente della regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, senza però la fascia tricolore da sindaco di Ravenna (mentre Elly Schlein, segretaria del Pd, ha preso parte al corteo di Roma): dopo le parole di settimane fa sulla «rivolta sociale» necessaria in Italia, che già tante polemiche avevano suscitato, ieri ha scandito che «noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese e per farlo c'è bisogno della partecipazione di tutte le persone. Rivolta sociale significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi da un'altra parte di fronte alle ingiustizie. C’è una svolta autoritaria in atto».

Parole pronunciate fra gli applausi di una folla “contata” in circa 50mila persone. Ma nelle altre città le piazze non sempre erano pienissime, indice appunto della “guerra” dei numeri: sempre Landini ha parlato di «più di 500mila» manifestanti in tutta Italia che «non si precettano», nelle varie sedi (a partire da Napoli, dove in 30mila circa hanno sentito invece il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri). Le percentuali diffuse dalle due sigle promotrici parlano di adesione «altissima», pari a oltre il 70% di media. La percezione, almeno nel settore dei trasporti (il più contrastato, dove l’astensione era stata ridotta a 4 ore, dalle 9 alle 13, dopo l’intervento del Garante e la precettazione firmata da Salvini), è stata però diversa: a Roma parecchi i bus per le strade e le metro hanno funzionato regolarmente (solo 4 stazioni hanno chiuso per un po’), a Milano sono stati serrati i cancelli solo della M3. Sono, invece, 109 i voli cancellati solo da Ita (18 internazionali e 91 domestici). Secondo i sindacati che non hanno incrociato le braccia, invece, l’adesione è stata molto più bassa. Alle Poste non ha superato il 4%, sostengono Slp Cisl, Confsal Com, Failp-Cisal, Ugl Com, parlando di «sciopero farsa». All’Inps sarebbe stata del 4%, all’Inail del 6, in alcuni ministeri (Salute, Difesa, ecc,) non oltre il 3%
Le varie piazze sono state pacifiche, invase da lavoratori (iscritti anche ai sindacati di base Cub, Sgb e Cobas), disoccupati, studenti, pensionati. Solo a Torino, come detto, su spinta del noto centro sociale Askatasuna ci sono stati forti incidenti nello “spezzone sociale” del corteo, con anche lancio di uova e di fumogeni e i soliti slogan contro la Tav Torino-Lione. Occupati i binari a Porta Susa.

Studenti a Torino bruciano le foto della premier Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto del vice premier Matteo Salvini

Studenti a Torino bruciano le foto della premier Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto del vice premier Matteo Salvini - ANSA

Pur non essendoci un legame diretto, questi scontri hanno alimentato la polemica politica. E Landini è stato messo nel mirino dalla maggioranza. Il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, è stato il primo: «Linguaggio fondamentalista, più da politico che da difensore dei lavoratori», ha detto al forum di Coldiretti. Il leader leghista Matteo Salvini ha invitato Landini a «più cautela, perché poi qualcuno lo prende sul serio». Tante le voci dentro FdI: Tommaso Foti, capogruppo alla Camera, gli ha dato del «nervoso», mentre per Augusta Montaruli «gli antagonisti seguono alla lettera» il capo della Cgil. «Parole irresponsabili» anche per il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo (FI), mentre Matteo Piantedosi (Interno), ha denunciato il «clima pesante» contro la Polizia.

Gli scontri a Torino tra antagonisti e polizia

Gli scontri a Torino tra antagonisti e polizia - ANSA

Landini e Bombardieri hanno difeso il diritto di sciopero, messo in discussione - sostengono - dal governo di nuovo con la precettazione e anche dal ddl sicurezza che prevede fino a due anni di carcere per i blocchi stradali in occasione di manifestazioni. I due sindacati - per il quarto anno di fila in sciopero generale contro la manovra - chiedono di aumentare salari e pensioni, di fronteggiare le crisi industriali (anche bloccando i licenziamenti, come durante il Covid) e di mettere più risorse su sanità, scuola e servizi pubblici. E insistono sui trasporti. «Chi viaggia conosce i disagi, i ritardi e i problemi di sicurezza», ha ripetuto Bombardieri.
Al corteo di Roma, sulle note di “Bella ciao”, Schlein ha garantito: «Siamo e saremo al fianco dei lavoratori», che invece il governo «continua a calpestare». Avvistato anche l’ex premier Massimo D’Alema. In piazza non è sceso invece il leader del M5s, Giuseppe Conte, che ha però rei-terato le critiche a una manovra «nel segno dei tagli» che vede «tutti scontenti, tranne industrie delle armi e banche».

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