Scontri alla stazione di Porta Susa - ANSA
Scontri tra le forze dell'ordine e gruppi antagonisti, stamattina a Torino. Alcune centinaia di giovani - centri sociali, studenti e manifestanti pro Palestina - hanno partecipato allo "spezzone sociale" del corteo per lo sciopero generale. La componente antagonista verso mezzogiorno si è divisa in due gruppi. Alcuni hanno raggiunto Porta Nuova, dove in via Sacchi sono entrati in contatto con la polizia. Il gruppo di manifestanti ha cercato di entrare sfondando il cordone di polizia. Le forze dell'ordine li hanno respinti a manganellate, i manifestanti hanno sferrato calci e pugni e usato le aste delle bandiere. Sono stati canditi slogan contro Matteo Salvini e la Tav Torino-Lione e bruciate sagome con le foto della premier Giorgia Meloni, del ministro Guido Crosetto e dell'Ad di Leonardo, Roberto Cingolani.
Il secondo gruppo si invece è diretto a Porta Susa, seguendo un altro percorso. Questo spezzone è riuscito ad entrare e occupare i binari. Durante i tafferugli sei agenti sono rimasti feriti, fa sapere il sindacato di polizia Coisp. Secondo Luca Pantanella, segretario provinciale di un altro sindacato, Fsp Polizia, «lo sciopero generale si è trasformato in un'occasione per gli estremisti di Askatasuna per scatenare la violenza in città. Gruppi organizzati, con il chiaro intento di provocare disordini, hanno attaccato le forze dell'ordine, cercando di occupare la stazione di Porta Nuova e vandalizzando un supermercato».
Secondo Fsp Polizia è «inaccettabile che un sindacato nazionale permetta che il proprio nome venga strumentalizzato da chi ha come unico obiettivo quello di seminare il caos. Chiediamo alla Cgil, alla Uil e a tutti gli organizzatori di prendere le distanze da questi atti di violenza e di condannare fermamente chi li ha commessi». Ce n'è anche per il sindaco di Torino: «Stefano Lo Russo, invece di cercare di legalizzare l'Askatasuna, dovrebbe agire con fermezza e chiudere il centro sociale che funge da base per questi gruppi violenti». Per l'Associazione nazionale funzionari di Polizia «è particolarmente grave - nota il segretario dell'Anfp, Enzo Letizia - che tali azioni siano compiute al solo scopo di ottenere visibilità mediatica, strumentalizzando il diritto alla protesta e mettendo a repentaglio l'incolumità degli operatori di polizia e cittadini. Il dialogo civile e il rispetto delle regole democratiche sono gli unici strumenti legittimi per esprimere dissenso».
«Ferma condanna per i disordini avvenuti», è il commento del sindaco di Torino: «La violenza è da condannare, sempre - dichiara Lo Russo e non ha nulla a che vedere con il legittimo diritto di manifestare democraticamente e pacificamente le proprie idee. Piena solidarietà al personale delle forze dell'ordine coinvolto negli scontri».
Duri i commenti del centrodestra, ma non solo. «I soliti "democratici", tolleranti solo con chi la pensa come loro. Penosi», scrive sui social Matteo Salvini, che pubblica anche alcune foto dei disordini. «Serve una condanna unanime della politica nei confronti di delinquenti camuffati da studenti che bruciano le immagini del presidente Meloni, assaltano la Polizia e bloccano i treni a Porta Susa», tuona Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia di Fdi. «Sono esattamente questi violenti - aggiunge Delmastro - che il Governo intende fermare con il Dl Sicurezza che, a sinistra, definiscono "liberticida"».
E c'è chi accusa il leader della Cgil Maurizio Landini di aizzare la piazza: «Questo non è più dissenso ma inaccettabile violenza - dice senza fare nomi Mara Carfagna, deputata di Noi Moderati - e gli scontri di Torino confermano che c'è una tensione altissima, che aizzare la piazza gettando benzina sul fuoco con parole pericolose è grave e irresponsabile. Si semina odio e invece bisogna abbassare i toni. Tutti. A Meloni, Crosetto, Salvini e agli agenti aggrediti la mia solidarietà». Chi invece punta il dito contro il sindacato di Corso d'Italia è Augusta Montaruli, vice capogruppo di FdI alla Camera: «Gli antagonisti, da perfetti burattini, dimostrano di seguire alla lettera gli incitamenti alla rivolta sociale lanciati nelle scorse settimane dal segretario generale della Cgil Landini e si scagliano contro le forze dell'ordine bruciando foto del presidente Meloni e di alcuni ministri».