Il vecchio sistema di potere romano sta «pianificando un vero e proprio golpe dei rifiuti» contro la nuova amministrazione di Roma targata Cinquestelle: finita sotto tiro per le consulenze pluriennali prestate all’Ama, l’azienda capitolina sulla quale deve ora vigilare, l’assessore all’Ambiente Paola Muraro si difende attaccando. La presentazione delle linee programmatiche della giunta Raggi in Campidoglio è stata occasione ieri per una nuova puntata dello scontro tra Pd e M5S. Il tema è quello dei rifiuti che si stanno accumulando sui marciapiedi della Capitale. Ma più che sull’emergenza
monnezza in quanto tale lo scontro è politico e ruota attorno alla figura dell’assessore, un tecnico dei rifiuti che ha lavorato negli anni passati con diverse aziende private. Non solo per Ama: tra le sue consulenze spunta anche quella per Bioman, società veneta che ha vinto appalti per il compostaggio dell’organico banditi dalla stessa municipalizzata romana. Da qui le accuse di conflitto di interesse e le richieste di dimissioni avanzate dal Pd e da Fdi, subito definite «ridicole» dal sindaco Virginia Raggi, che, con il M5S, fa quadrato sull’assessore. Nella sua relazione, il primo cittadino ha denunciato invece la malagestione della municipalizzata capitolina che ha portato agli attuali 600 milioni di debiti e a una spesa di 250 milioni l’anno solo per smaltire altrove i rifiuti raccolti nella Capitale. In apertura della seduta del consiglio comunale è stata Michela Di Biase, capogruppo Pd, ad accendere la miccia chiedendo di discutere un’interrogazione urgente sulla Muraro, definendola «assessore milioncino» per i compensi ricevuti dalla municipalizzata. Richiesta respinta come «inammissibile», perché non prevista dall’ordine del giorno, dal presidente dell’assemblea Marcello De Vito, del M5S.L’esponente della giunta ha replicato duramente alle accuse con un nota sul blog di Beppe Grillo. «Il sistema di partiti e dirigenti che ha ridotto Roma, le sue vie, i suoi monumenti, le sue periferie in vergognosi esempi di degrado e inefficienza ha paura – ha scritto Muraro – per la prima volta nella storia si trova di fronte un’amministrazione che ha un solo obiettivo: ripulire la città e liberare Ama da chi l’ha ridotta al collasso». L’assessora parla di «falsità» diffuse sul suo conto, afferma di non avere «nessun conflitto di interessi» e chiama la cittadinanza a respingere le «speculazioni dei media e gli anatemi delle opposizioni». Ricorda di essere «un’esperta in materia di rifiuti». Ma quello che dovrebbe essere «considerato un valore aggiunto, cioè competenza ed esperienza, viene usato dai vecchi partiti come fossero elementi negativi». Quanto ai compensi ricevuti Muraro sottolinea di avere ricevuto un «milione di euro in 12 anni, dal 2004 al 2016,» cifra che «corrisponde a 90.880 euro l’anno al lordo di tasse, previdenza, assicurazioni e spese», ovvero «a 76 euro al giorno. Senza contare – aggiunge – che la mia consulenza nella controversia contro il proprietario della discarica di Malagrotta, Cerroni, ha prodotto per Ama, l’azienda municipalizzata che gestisce i rifiuti, un risparmio pari a 900 milioni!».L’assessore ha nuovamente attaccato il presidente dimissionario della società Daniele Fortini («noi difendiamo i cittadini, lui i dirigenti») e si è detta pronta ad andare in procura per «denunciare ogni negligenza chi, sul piano politico e gestionale, ha amministrato in questi anni» la società. Infine Muraro ha chiesto di essere sentita oggi dalla Commissione parlamentare sulle ecomafie, dove è già programmata l’audizione di Fortini. La decisione in merito sarà presa questa mattina dall’ufficio di presidenza dell’organismo. In ogni caso lo scontro sui rifiuti di Roma sembra soltanto all’inizio.