giovedì 6 febbraio 2014
Il segretario del Pd fa il punto al convegno della Confindustria. La proposta: sarà composto da 150 persone, ta cui 108 sindaci. Ha poi auspicato anche un'intesa per le provincie. «Fondi europei: il 5% ai sindaci»
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Senato, si cambia. O almeno pare. «Sulla riforma del Senato c'è il consenso dei partiti». Lo ha assicurato il segretario del Partito democratico Matteo Renzi, intervenendo ad un convegno di Confindustria a Firenze. Renzi ha poi aggiunto spiegato che non sarà elettivo e sarà senza indennità. Lo comporranno 150 persone, di cui 108 sindaci di comuni capoluogo, 21 presidenti di Regione e 21 esponenti della società civile. Quest'ultimi «saranno scelti temporaneamente dal presidente della Repubblica per un mandato». «Il Senato - ha continuato a spiegare Renzi - non vota il bilancio, non dà la fiducia, ma concorre all'elezione del presidente della Repubblica e contribuisce all'elezione dei rappresentanti degli organi europei». La bozza di riforma del Senato, ha ricordato il segretario del Pd, sarà discussa nel pomeriggio alla Direzione del Pd.  Renzi è poi passato a parlare della riforma delle Province, sulla quale «non c'è l'accordo di tutti i partiti», ma «è possibile che avremo in queste ore la svolta in Senato». Poi ha ribadito: «Noi però vogliamo che il 25 maggio non si voti per le Province». La riforma «consentirà di avere Province di secondo livello - ha concluso - con i sindaci protagonisti» «Questo - ha continuato - è l'anno in cui o i problemi si risolvono o basta parlare di città metropolitane. Non basta più accarezzare i problemi, è finito il tempo. La riforma per l'istituzione delle città metropolitane sarebbe importante ma da trent'anni sono una barzelletta: da trent'anni se ne parla, da venti sono state costituzionalizzate, ma sono rimaste un oggetto misterioso, anzi, le riforme le hanno mortificate». Renzi è poi tornato su un tema a lui caro, quello dei fondi europei. «Finora coi fondi europei in Italia si sono spesi dei soldi in piccoli progetti da 15 mila euro che sono una sconfitta - ha affondato - ma ora abbiamo 60 miliardi di euro: la Ue dice di dare il 5% ai sindaci, la Germania dà il 10%, noi limitiamoci al 5%». «A Firenze - ha continuato Renzi - abbiamo Fiera, Uffizi e infrastrutture: su questi tre temi, con questi fondi, si chiude la partita immediatamente. Sono soldi che dovrebbero essere decisi in questi mesi, in queste settimane, ma bisogna decidere, avere una strategia, non continuare ad andare al buio».
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