Appena otto mesi fa la scena era al contrario. Lega e M5s battagliavano sulle misure pro-famiglia, salvo non farne nulla. E il Pd (in quel momento ancora unito) stava alla finestra. Corsi e ricorsi storici di cui il capogruppo leghista in commissione Affari sociali alla Camera, Massimiliano Panizzut, è ben consapevole. Stavolta, però, anche nelle fila dell’opposizione si scorge la voglia di non mettere il dito nella piaga delle ferite di maggioranza, e provare a portare a casa il risultato. Forse perché le illusioni, e le delusioni, negli ultimi anni sono state tante e nessuno dei partiti, quando ne ha avuto l’opportunità, è riuscito a mantenere le promesse. «Che vada avanti il ddl Delrio, o arrivi il collegato alla manovra, poco importa – dice Panizzut a lavori appena sospesi –. Qualsiasi via porti ad un’accelerazione, la si persegua. Una riorganizzazione delle misure per la natalità ci vuole, sappiamo anche che servono risorse, ma evitiamo la triste scena delle bandierine. Su questi temi dobbiamo provare a lavorare insieme. Non che non sia un tema politico, anzi, ma ormai c’è un’attesa nel Paese e bisogna dare una risposta. A volte in questa commissione riusciamo a far passare cose buone senza metterci le spillette dei partiti sopra».
La Lega, insomma, si mostra collaborativa. Anche Fratelli d’Italia, almeno nelle dichiarazioni pubbliche, tende la mano. La capogruppo di Fdi in Commissione, Maria Teresa Bellucci, spiega lo stato del-l’arte: «Stiamo lavorando per emendare un testo risultante dalle due proposte Delrio e Gelmini. Ma siamo fermi, in attesa del parere del ministro competente: ci è stato detto che occorre altro tempo, ma non possiamo aspettare all’infinito, perché il 21 febbraio è fissata la discussione generale sul testo in Aula e fra il 24 e il 28 sono previsti i lavori». Anche Fdi ha presentato degli emendamenti, che però renderebbero più onerosa la misura: «Per noi, l’assegno unico deve avere al centro figli e natalità, non il reddito, deve essere una misura universalistica, per tutti. Perciò, proponiamo di eliminare ogni gradualità legata al reddito».
Ma questa è una disputa che va avanti sin dal giorno in cui si è iniziato a parlare dell’assegno per figli. Ed è una disputa che alla fine solo il ministero dell’Economia può risolvere. Il Mef di Gualtieri, da parte sua, continua a sostenere la proposta Delrio-Lepri. «Siamo molto determinati – commenta Elena Carnevali, capogruppo dem in commissione – a far passare la legge su assegno e dote servizi, correggendo le iniquità attuali verso incapienti e autonomi. Sono 6 mesi che procediamo, i tempi sono maturi e la nostra è una cornice utile anche al Family act, per nulla incompatibile». Il punto di divergenza è con Italia Viva. Il renziano Vito De Filippo, però, nega che aspettare il testo Bonetti possa far perdere tempo. «Ci troviamo – dice l’esponente di Iv in commissione Affari sociali – in una fase di grandissimo e storico interesse verso la misura dell’assegno unico. Si tratta di fare ordine tra tutte le iniziative. C’è un buon ddl di Delrio. A ore arriva il collegato alla manovra. C’è una riforma dell’Irpef allo studio. Se mettiamo in ordine tutte queste iniziative arriverà un risultato importante ». Di fronte all’obiezione che tutto potrebbe andare per le lunghe, ribatte: «Stiamo accelerando, è questione di giorni».
L’evidenza che quasi si sussurra, e che lo stesso De Filippo cita tra le righe, è quello della «rilevanza finanziaria» dello strumento, stimato dall’esponente di Iv in 9-10 miliardi. E ciò accresce la sensazione che si discute dei contorni per non affrontare il nocciolo della questione: i soldi. Fabiola Bologna, capogruppo M5s nella commissione, ricorda che serve «la piena condivisione di tutta la maggioranza», quindi alludendo alle tensioni in corso. Nel merito, però, il sì pentastellato è pieno: «Dobbiamo dare alle famiglie un unico bonus per il loro sostegno. È una nostra priorità».