(Ansa)
Tanti ragazzi, pochi politici, nessun esponente del governo o della maggioranza. È stata una Perugia-Assisi intensa e partecipata, quella di domenica, con oltre 100mila presenze - stimano gli organizzatori - che hanno animato un serpentone allegro e colorato. Una folla che ha percorso i 24 chilometri tra i Giardini del Frontone a Perugia e la Rocca di Assisi. Alle 14 il corteo era lungo 14 chilometri.
Dopo la Messa alle 7 nella vicina chiesa di San Pietro, celebrata per gli scout dal missionario comboniano padre Alex Zanotelli, alla partenza si affollano, nonostante la pioggia insistente, tantissimi studenti: oltre 10 mila arrivati da tutta Italia a conclusione di percorsi educativi organizzati con la Tavola della Pace. Uno di loro legge il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «La Marcia della pace anche quest’anno, come nella sua lunga storia, è una testimonianza corale di speranza e fraternità». E «le nostre società continuano ad avere un gran bisogno di donne e uomini di pace», scrive il presidente Mattarella, perché «l’apporto creativo dei giovani è indispensabile» per «mobilitare le coscienze e non retrocedere per nessuna ragione sui diritti delle persone».
Tante le adesioni e le presenze: l’associazionismo cattolico e quello laico, Libera ed Amnesty international, Cgil Cisl e Uil, Banca popolare etica, Fnsi, Francescani del Sacro convento di Assisi, il Coordinamento degli enti locali per la pace rappresentati da 286 gonfaloni . Apre il corteo una grande bussola che ha per punti cardinali «Libertà, dignità, uguaglianza e diritti». Poi lo striscione «Fraternità», a seguire lo storico bandierone arcobaleno lungo decine di metri e un grande vessillo dell’Unione europea.
In marcia ci sono anche il segretario del Pd Maurizio Martina, il leader di Leu Pietro Grasso con Laura Boldrini (una delle poche a farsi tutta la marcia) i segretari di Cgil Susanna Camusso e Uil Carmelo Barbagallo, i governatori dem del Lazio Nicola Zingaretti e dell’Umbria Catiuscia Marini, il sindaco di Perugia forzista Andrea Romizi. Nessuna bandiera dei partiti. Assente governo e maggioranza. Il presidente pentastellato della Camera Roberto Fico si associa “idealmente” con un messaggio.
Tante le attestazioni di solidarietà al sindaco Mimmo Lucano. Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, propone «il prossimo Nobel per la pace al modello di accoglienza di Riace». «Siamo qui per dire basta – dice - ai diritti negati, a chi attacca chi accoglie, alle troppe diseguaglianze». In marcia anche quest’anno c’è don Luigi Ciotti in mezzo alle bandiere di Libera. Tanti i migranti e rifugiati, molti sotto le bandiere dell’Arci: «Noi qui ci siamo sempre stati – sottolinea la presidente Francesca Chiavacci – ma questa volta il contesto attorno è più difficile e faticoso. La Marcia della pace è fatta di tante anime diverse, unite dal linguaggio nonviolento che vuole contrastare intolleranze e razzismi».
Dall’Olanda è arrivata anche Susi Snyder, presidente di Ican, la campagna per il bando nucleare Nobel per la pace: «Come questa Marcia, siamo un movimento di persone che si batte per abolire le armi nucleari per costruire la pace. Il governo italiano deve cominciare a compiere i passi necessari per aderire alla messa al bando approvata delle Nazioni Unite, anche solo perché il 75% degli italiani è contrario alle armi nucleari».
«Questo è il popolo dei ponti», commenta padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi. Il custode padre Mauro Gambetti a fine Marcia consegna a Flavio Lotti la lampada della pace: «Custodite la fiammella di Francesco e illuminate il mondo con gesti di pace».
Sul palco alla Rocca, all’arrivo, i ragazzi delle scuole del Friuli-Venezia Giulia cantano «E’ tempo», l’inno della marcia scritto da loro. Poi gli studenti del Centro diritti umani "Antonio Papisca" dell'università di Padova mostrano i cartelli con le parole del primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti che compie 70 anni. Le scuole di Tavernelle Val di Pesa e Barberino hanno raccolto l’appello della scuola Falcone di Palermo realizzando, col loro sostegno, il sogno dei ragazzi del quartiere Zen di partecipare alla marcia.
«Basta all'individualismo e alla competizione – recita il manifesto finale - che ci impediscono di rispondere ai bisogni delle persone. Nessuno deve essere lasciato solo. Costruiamo un argine al bullismo, al razzismo, alle parole d’odio. Riaffermiamo il dovere di proteggere le persone minacciate da guerre, persecuzioni, sfruttamento. In tre parole: Osiamo la fraternità».