Nomi altisonanti che entrano per la prima volta, personaggi che ritornano ma soprattutto un gran numero di giovani e di donne. Si aprono oggi le porte del Senato per i nuovi eletti. L'accoglienza dei senatori a Palazzo Madama inizierà alle ore 14.30 e proseguirà tutti i giorni dalle ore 9 alle 20.30, fino alle 14.30 di sabato 24 marzo. La Camera terrà lo stesso procedimento a cominciare da domani, martedì.
Atteso il primo ingresso in Parlamento per Matteo Salvini e Matteo Renzi, che però non dovrebbe avvenire oggi. Il leader del Carroccio è impegnato a Udine, mentre l'ex segretario del Pd resterà nella sua Firenze. Umberto Bossi, invece, che torna a Palazzo Madama dopo cinque anni, si registrerà giovedì. Tra le new entry, Adriano Galliani, Vasco Errani e Toni Iwobi, primo senatore di colore in Italia eletto con la Lega. Un ritorno per Niccolò Ghedini e Pier Ferdinando Casini, il veterano, che è alla sua decima legislatura consecutiva.
Gli eletti saranno accolti all'ingresso di Piazza Madama dagli assistenti parlamentari che verificheranno l'identità con telegramma di convocazione e documento di identità. Successivamente i senatori si recheranno nella Sala Caduti di Nassirya dove sarà allestita la struttura di accoglienza. I senatori dovranno compilare un apposito foglio notizie e riceveranno le informazioni necessarie per i primi adempimenti. I senatori subentranti potranno effettuare le operazioni di accoglienza successivamente alla proclamazione, prevista nella seduta del 23 marzo. I 315 neo senatori, quindi, espleteranno le formalità burocratiche per diventare, a tutti gli effetti, parlamentari della Repubblica. a proposito di numeri per 64% dei neo eletti è la prima volta in Parlamento e un terzo sono addirittura a digiuno finora di incarichi politici a qualsiasi livello.
L'età media dei parlamentari è la più bassa di sempre: alla Camera 44,33 anni, al Senato 52,12. Il 34% dei nuovi parlamentari è donna: è la percentuale più alta nella storia repubblicana. Luigi Iovino, nato il 14 gennaio 1993, è stato eletto con M5s in Campania. Studia Giurisprudenza all’università di Salerno, dov’è vice presidente del consiglio studentesco. Invece Alberto Stefani, nato il 16 novembre 1992, è stato eletto con la Lega nel Padovano. Fresco di laurea (con lode) in Giurisprudenza, ha una sorella gemella (Giulia) e un sogno nel cassetto, quello dell’insegnamento. Coi loro 25 anni (età minima per candidarsi alla Camera), sono i due deputati più giovani della XVIII legislatura. Uno figlio del Sud e pentastellato, l’altro nato al Nord e leghista, rappresentano quasi una epìtome della distribuzione geografica del voto del 4 marzo. La prossima settimana, col resto dei 945 "onorevoli colleghi" (630 a Montecitorio e 315 a Palazzo Madama, più i 6 senatori a vita), si presenteranno ai commessi per gli adempimenti di rito (dalla foto al tesserino) in un Parlamento in cui l’età media scende, mentre sale il livello dei titoli di studio e delle qualifiche professionali.
Più giovani e più rosa. I dati non sono ancora definitivi. Tuttavia, elenchi alla mano (rispetto alla precedente legislatura, in cui i deputati avevano in media 45 anni, i senatori 54) ora l’età media scende, avvicinandosi ai 40 alla Camera e superando di poco i 50 al Senato (dove gli eletti, lo ricordiamo, debbono avere compiuto 40 anni). Aumenta anche la quota di parlamentari in rosa, che supera il 30,1% registrato nel 2013, ma senza raggiungere l’asticella del 40% fissata dal Rosatellum (anche a causa delle pluricandidature al femminile presentate da diversi partiti, che piazzando i colleghi maschi in seconda posizione hanno permesso loro di subentrare, aggirando la regola).
Volti nuovi e decani. Il partito col maggior numero di new entries sembra essere M5s, con il 70-80% di neo eletti. In generale, i cinquestelle sono triplicati rispetto alla scorsa legislatura (alla Camera da 88 salgono a 221; al Senato da 35 a 112), ma anche la Lega sarà ben presente sui banchi (da 22, alla Camera sale a 119; al Senato da 11 a 58), mentre si assottiglia il totale di rappresentanti del Pd (da 281 a 108 deputati e da 97 a 52 senatori). Il veterano fra i parlamentari (senza considerare l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) è Pier Ferdinando Casini: entrato in Parlamento con la Dc nel 1983, è stato eletto per la decima volta in un collegio "blindato" per il centrosinistra, Bologna. Spicca pure Emma Bonino, giunta alla nona legislature.
Più avvocati, meno pm. Fra le categorie professionali, il gruppo più numeroso è quello degli avvocati (almeno 80 tra Camera e Senato), mentre cala vistosamente la pattuglia dei magistrati: dai 18 del 2013, si scende a tre (Pietro Grasso, Cosimo Ferri, Giusi Bartolozzi). Altra professione molto rappresentata è quella dei giornalisti, una trentina, compresi diversi ex direttori: da Emilio Carelli e Gianluigi Paragone, eletti con M5s, ai forzisti Andrea Cangini e Giorgio Mulè, fino a Tommaso Cerno, nelle file del Pd. Folto anche il numero dei medici, una trentina (fra loro, la capogruppo di M5s Giulia Grillo e il piddino Paolo Siani), seguiti da insegnanti e commercialisti. Fra i pentastellati, cresce il numero dei laureati e specializzati, ma possono vantare anche uno skipper, Andrea Mura, e un pastore sardo, Luciano Cadeddu: «Ora che va a Roma – ha scritto un suo amico su Facebook – le pecore gliele guardo io».