giovedì 27 marzo 2025
Incendi dolosi in cinque impianti sul litorale, dopo la decisione del consiglio di Stato che dà il via libera al bando di gara
Quel che resta delle cabine incendiate nello stabilimento balneare di Ostia

Quel che resta delle cabine incendiate nello stabilimento balneare di Ostia - ANSA

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Notte di falò fuori stagione nelle spiagge del lungomare di Ostia. Cinque stabilimenti balneari sono stati dati alle fiamme dalle 21 di mercoldì sera. Gli incendi sono stati appiccati negli stabilimenti Salus, Arcobaleno, Capanno, al Vittoria, e al Plinius (quest'ultimo uno stabilimento storico) distribuiti su circa due chilometri e mezzo di litorale laziale. Un 24enne è stato fermato dalla squadra Mobile e ha confessato di essere il piromane. Ma le indagini proseguono per capire se ci sono altre persone coinvolte nell'azione e per conto di chi hanno agito. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare tutta la notte per spegnere le fiamme, che hanno distrutto cabine, pedalò e altre strutture. Solamente due giorni prima i roghi erano scoppiati in altri due stabilimenti: le Dune e il Belsito, anch'esse tra le cabine più rinomate del litorale.

Se non non c'erano dubbi sin dall'inizio sulla matrice dolosa, è innegabile anche il collegamento degli incendi in sequenza con la decisione del consiglio di Stato che ha dato ragione al sindaco di Roma Gualtieri e al suo bando per l'affidamento delle concessioni degli stabilimenti sul litorale di Roma. Bando che era stato invece sospeso in via cautelativa dal Tar dopo il ricorso di alcuni concessionari. C'è un sospetto piromane, un 25enne italiano fermato la notte stessa sul litorale, che è stato sentito in questura, dagli agenti della squadra Mobile, che indagano sui roghi; vicenda che è anche all'ordine del giorno dell'ultimo comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza in prefettura. Rispetto a un rafforzamento del gruppo Mare della polizia locale di Roma Capitale, «faremo tutte le valutazioni, anche tecniche. Siamo già concentrati nell'assicurare il massimo presidio a Ostia e del mare ma non vogliamo neanche trasmettere un messaggio di drammatizzazione perché siamo assolutamente fiduciosi che questi episodi non avranno alcuna incidenza sul percorso di legalità», ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri».

Poche ore prima che fossero appiccati gli incendi, il consiglio di Stato aveva dato il via libera definitivo il bando per le concessioni degli stabilimenti del litorale romano, che era stato sospeso dal Tar in via cautelativa in seguito al ricorso fatto da alcuni concessionari di stabilimenti.

Bando che prevede la messa a gara - per la prima volta con l'introduzione di royalty per il Comune - di tutte le concessioni demaniali scadute ed è distinto in tre tranche. La prima, per 25 stabilimenti, 4 ristoranti e 2 spiagge libere con servizi già esistenti, per un totale di 31 strutture. Una gara-ponte per traghettare il litorale romano verso il 2027, quando sarà completato il Piano arenili e si potrà procedere a una sistemazione complessiva del litorale. Contrari alla decisione, o perlomeno dubbiosi, la Sib-Confcommercio e Federbalneari. Con il via libera del consiglio di Stato intanto si è riunito il seggio di gara per l'apertura delle buste pervenute sul bando relativo alle nove spiagge libere con servizi: «Sono arrivate più di 50 offerte. Riapriamo i termini per l'avviso delle 31 concessioni demaniali marittime, che era stato sospeso a causa dell'ordinanza del Tar, e pubblichiamo l'avviso delle ulteriori 10 strutture per le quali era stata già emanata determina di approvazione della procedura», aveva annunciato l'assessore al patrimonio Tobia Zevi. «Chi ha fatto ostruzionismo in questi mesi dovrebbe chiedere scusa», aveva aggiunto. Di sicuro chi ha appiccato le fiamme non ne ha l'intenzione.

Non si può nemmeno escludere che dietro i roghi sia in atto, se non una guerra, un riposizionamento dei clan del litorale ostiense, una delle aree a più elevata densità criminale, per via della presenza di esponenti affiliati a tutte le mafie storiche, con forme di controllo su territorio e settori economici. Storicamente gli stabilimenti balneari del litorale laziale rappresentano un tradizionale settore di interesse per la criminalità organizzata, come dimostra il caso dello stabilimento Village di Ostia, sul Lungomare Toscanelli, che apparteneva al del clan Fasciani, la prima cosca romana condannata definitivamente per associazione mafiosa. Confiscato nel 2016, il Village, con il suo ristorante, struttura che complessivamente dava lavoro a 35 persone assunte regolarmente, e promuoveva iniziative culturali e sociali, era il fiore all'occhiello della lotta alla criminalità organizzata. Il 20 febbraio scorso un incendio lo ha completamente distrutto.

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