«Non sono alla ricerca di una poltrona» nel nuovo eventuale governo «perché ho in mente solo la mia Regione. Sono disponibile infatti a correre per governare la Lombardia». Letizia Moratti, vicepresidente lombarda e assessore al Welfare non si nasconde e ribadisce i suoi intenti a pochi giorni dalle elezioni politiche e a meno di un anno dalle Regionali. Lo fa a margine di appuntamento organizzato a Roma dalla sua associazione, 'Genesi', insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un’occasione che è servita a Moratti anche per indicare al governo una ricetta per venire incontro al Terzo settore oggi in difficoltà per l’aumento dei costi dell’energia: «Si potrebbe usare una parte dei denari che lo Stato incassa attraverso l’azzardo».
Per il non profit, in effetti, la guerra in corso tra la Russia e l’Ucraina ha comportato un aumento spropositato dei costi dell’energia….
Sì, insieme con famiglie e imprese, il mondo del Terzo settore sta pagando un prezzo altissimo sul fronte del caro bollette. Parliamo di quasi 400mila onlus in Italia che impiegano 850mila dipendenti. Solo a titolo di esempio, perché è una realtà che ben conosco, la Comunità di San Patrignano ha ricevuto per agosto una bolletta energetica da 730mila euro. Solo un anno fa era di 70mila.
Quale ricetta propone per venire incontro ad un mondo, quello del Terzo settore, che molto spesso è estensione o è complementare con il socio assistenziale alla Sanità?
Penso all’utilizzo degli incassi provenienti dal gioco d’azzardo e dalle scommesse. Le realtà non profit sono state colpevolmente dimenticate nel decreto Aiuti e nel dl Aiuti-bis. L’intervento ad hoc contenuto nella bozza del dl Aiuti-ter, invece, non appare al momento sufficiente a sostenere le ingenti spese causate dagli aumenti dell’energia. Occorrono correttivi urgenti e pensare a soluzioni strutturali.
È a Roma proprio per un appuntamento legato alla cultura e al Terzo settore…
Sì, un appuntamento organizzato dalla mia associazione Genesi insieme con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. A conclusione di un ricco programma composto da attività educative rivolte al pubblico di tutte le età, da un ciclo di dodici conversazioni online in collaborazione con l’ateneo e da una mostra itinerante, in collaborazione con il Fai - Fondo per l’ambiente italiano, dedicata alla collezione Genesi, raccolta d’arte contemporanea costituita da opere di artisti provenienti da tutto il mondo. Una iniziativa tesa a indurre una riflessione sulle più drammatiche questioni del nostro tempo, ispirata all’attenzione ai diritti, al rispetto delle culture e dell’ambiente. L’idea da cui origina la concezione di 'Progetto Genesi' è che l’arte contemporanea possa assumere il ruolo di ambasciatrice dei diritti umani.
Domenica si vota. Lei si è sempre definita una civil servant. Sarebbe disponibile per un incarico nel governo?
Non sono alla ricerca di una poltrona. Se sono consapevole di poter dare un concreto contributo al bene pubblico ed un valore aggiunto che attragga consenso, magari fra i tanti cittadini che in questi anni si sono abbandonati all’astensionismo, mi rendo disponibile, come per la presidenza di Regione Lombardia, altrimenti declino.
Dopo il voto politico si aspetta che il centrodestra decida quale sarà il candidato alle regionali tra lei e il governatore Fontana?
Dopo le elezioni e la formazione del nuovo governo, ritengo opportuno che vengano definite le candidature regionali per dar tempo a tutti di spiegare programmi e contenuti. E, prima ancora, ascoltare la voce dei territori e della gente.
Sta valutando anche la possibilità di correre da sola in Lombardia, magari con una coalizione di forze che si ispirano al governo Draghi?
Per ora resto a disposizione secondo principi di rispetto e lealtà sino a quando verrà fatta una scelta definitiva. Il modello Draghi è un riferimento di metodo più che politico. Ricordo però che la Lombardia è da sempre un laboratorio politico…
Il leader di Azione, Carlo Calenda, l’ha definita una candidata ideale.
L’ho ringraziato per la stima che mi ha espresso.
Secondo lei che cosa serve oggi alla Lombardia, su cosa punterebbe?
La pandemia, la crisi internazionale, la competizione per procurarsi le risorse, il cambiamento climatico, l’invecchiamento della popolazione, segnano un passaggio storico. La Lombardia ha, quindi, bisogno di una politica che abbia una visione di lungo periodo, con una attenzione particolare ad anziani e fragili, come monsignor Vincenzo Paglia ci ricorda.