mercoledì 17 gennaio 2018
Grande mobilitazione a Scampia. Sugli striscioni degli studenti la rabbia e la solidarietà: «Basta violenza». E agli aggressori di Gaetano: «Voi non siete napoletani». Da Minniti 100 soldati in città
Il corteo dei giovani (Ansa)

Il corteo dei giovani (Ansa)

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Tantissimi. Giovanissimi. E stanchi. Stanchi della violenza e dei soprusi. Ci sono 2mila ragazzi per le vie di Scampia, in direzione Chiaiano, contro le baby gang. Ancora una mobilitazione di studenti, mamme e associazione per dire no alla violenza, dopo l'ennesima aggressione avvenuta a Napoli. La vittima è Gaetano, 15 anni, che per i calci e i pugni ricevuti ha perso la milza, spappolata dalla furia di un “branco” non ancora individuato. Gridano slogan di solidarietà, «Gaetano siamo con te», e in testa al corteo hanno srotolato uno striscione che recita «Basta violenze».

Una manifestazione colorata e rumorosa si snoda verso la stazione del metrò di Chiaiano dove la scorsa settimana è avvenuta l'aggressione. Ci sono rappresentanti del Governo, Gennaro Migliore, sottosegretario alla giustizia, e del Comune, il vicesindaco Raffaele Del Giudice e il presidente del consiglio comunale Raffaele Fucito. C'è anche Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ucciso da un ultras della Roma e che proprio da Scampia ha più volte lanciato i suoi appelli contro la violenza. Hanno aderito inoltre scuole, associazioni e comitati del territorio. È la seconda grande manifestazione contro la violenza delle baby gang dopo quella che fu promossa dagli studenti del liceo frequentato da Arturo, intitolata "Studenti contro le violenze" e svolta tra il Rione Sanità, via Foria e piazza Carlo III.

«Come terroristi». E Minniti manda 100 soldati in città

L'osservazione del ministro dell’Interno Marco Minniti, circa gli atti violenti compiuti da gruppi di minorenni, è sconvolgente: «Le baby gang non sono terroristi, ma hanno metodi simili. Colpiscono a caso e non c’è una ragione consequenziale. C’è l’assimilazione di metodiche di altre attività criminali. Una violenza nichilista che dimostra di non aver alcun rispetto per la vita umana ed è ancora più drammatico perché impatta con persone di giovane età». Il ministro presiedeva ieri in Prefettura a Napoli un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dedicato appunto al fenomeno delle baby gang, riunione cui partecipava anche assieme il capo della polizia Franco Gabrielli e dalla quale sono uscite alcune misure concrete: 100 unità in più nelle forze dell’ordine, destinate al controllo delle zone maggiormente frequentate dai giovani; ispezioni a «tolleranza zero» coordinate con la Polizia municipale per sequestrare motorini fuorilegge; l’istituzione di 10 distretti di polizia che coincidano con altrettante municipalità.

Un programma, subito ribattezzato Sicurezza Giovani, che prevede però anche misure sul versante culturale; come il progetto di educatori di strada, già in atto al Rione Sanità, per la presa in carico e l’accompagnamento di 400 giovanissimi contro l’abbandono scolastico. «A Napoli verrà rafforzato il controllo dell’ordine pubblico con l’invio di reparti straordinari – ha assicurato il ministro –. Non consentiremo alle baby gang di cambiare le abitudini alla stragrande maggioranza dei giovani napoletani».
Le 100 nuove unità – ha aggiunto il responsabile del Viminale – saranno utilizzate per il controllo del territorio che è «la prima questione» da affrontare; si pensa «di intervenire nelle zone più frequentate dai giovani, per trasmettere un senso di sicurezza mirata soprattutto ai giovanissimi, affinché diano il senso che lo Stato è al loro fianco, per far capire loro che vivere la loro vita non significa cambiare le loro abitudini. Oggi abbiamo discusso atti di violenza assolutamente inaccettabili che hanno colpito giovanissimi per mano di altri giovanissimi e abbiamo fatto un primo bilancio di attività di controllo iniziate a marzo 2017».

Il ministro Minniti ha voluto incontrare Arturo, il 17enne ferito gravemente il 18 dicembre scorso in via Foria; il ragazzo era accompagnato dalla madre Luisa Iavarone e da altri 4 ragazzi vittime di baby gang, tra cui quelli assaltati da un branco armato di catene a Pomigliano d’Arco: «È stato un incontro importante che considero elemento di arricchimento. Ho incontrato persone coraggiose che hanno subito un gravissimo e inaccettabile dolore e mostrato una forza di reazione straordinaria».

Pistole giocattolo e scooter: 7 arresti

Intanto le forze dell’ordine continuano le indagini sulle aggressioni dei giorni scorsi e hanno individuato altre gang di ragazzi. I carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna hanno arrestato 7 indagati, tra cui 4 minorenni; questi ultimi sono stati portati nel centro di accoglienza dei Colli Aminei a Napoli, mentre per gli altri tre è stata disposta la custodia nel carcere di Poggioreale.
«Possiamo dunque dire di essere sulla buona strada – ha commentato il ministro – o addirittura di aver già individuato i responsabili delle violenze inaccettabili di questi giorni a Napoli». Un risultato dovuto anche «all’aumento dell’efficienza dei mezzi di contrasto, in particolare della video sorveglianza. L’obiettivo è quello di arrivare al cento per cento della copertura sul territorio cittadino, ma già si è passati dal 52 all’80% in meno di un anno».

La gang sceglieva le giovani vittime (soprattutto minori) nelle stazioni ferroviarie e nei pressi dei bar del Napoletano (Pomigliano d’Arco, Casalnuovo di Napoli, Brusciano, Volla e Casoria) e poi con una pistola giocattolo minacciava i malcapitati per farsi consegnare il cellulare, fuggendo subito dopo a bordo di scooter e moto. I poliziotti del Commissariato Secondigliano hanno invece intercettato due minorenni, 16 e 17 anni, che a bordo di un ciclomotore tentavano di eludere il controllo; una volta fermati i due, residenti nel vicino comune di Melito, hanno consegnato spontaneamente un tirapugni in ferro e un coltello a scatto. Alla guida del motociclo era il 17enne, privo di patentino e di assicurazione: il padre è stato multato per seimila euro, lo scooter sequestrato e i due ragazzi denunciati.

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