Una foto scattata alla mostra "Naufragi/Approdi" - G.M.
Migliaia di barchette di carta. 3.129 per l’esattezza. Fragili come i migranti (bambini e adulti) che hanno perso la vita nel 2023 nel Mediterraneo e lungo la rotta balcanica. In fuga da guerre, povertà ed emergenze climatiche. I loro nomi scorrono su un mare digitale. Le onde si frantumano, cambiano colore. Il rosso sangue è quasi accecante. Poi si trasformano completamente, fino a diventare irriconoscibili. Rimangono solo righe e quadrati a fare da sfondo.
Una foto scattata alla mostra "Naufragi/Approdi" - G.M.
È forte l’impatto con la mostra “Naufragi/Approdi” del maestro César Meneghetti, realizzata in collaborazione con gli artisti con disabilità dei laboratori di Sant'Egidio e curata dal professore della Sapienza Alessandro Zuccari. È stata esposta oggi, 2 dicembre, a Roma, presso il complesso di San Michele a Ripa, proprio alla vigilia della Giornata internazionale delle persone con disabilità.
Una foto scattata alla mostra "Naufragi/Approdi" - G.M.
Durante l’evento è stato presentato il libro dedicato all’esposizione, che contiene, tra le altre riflessioni, anche quella del cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l'educazione della Santa Sede, che descrive la mostra come «un’operazione di riscatto» e un «salvataggio della memoria, delle storie e dei desideri irrealizzati» di tutte le vittime. Sempre nel lavoro, il presidente di sant’Egidio Marco Impagliazzo sottolinea che «proprio a partire dall’approdo, si apre la via per un futuro positivo per tutti». Mentre il giornalista di Avvenire Nello Scavo parla di una «cittadinanza del Mediterraneo», che descrive come «un continente a sé».
Una foto scattata alla mostra "Naufragi/Approdi" - G.M.
A moderare l’incontro il giornalista di Repubblica Filippo Ceccarelli, che ha dialogato con la storica dell’arte Laura Iamurri e con don Mattia Ferrari, cappellano delle Ong nei salvataggi in mare.
«La mostra – ha detto il sacerdote - ha il grande merito di mettere al centro i nomi delle persone e la loro storia. Se non ripartiamo dalla dignità infinita che possiede ogni essere umano - ha aggiunto -, non ce la faremo».
A completare l’esposizione, che era stata inaugurata il 18 aprile, all’indomani dell’apertura della Biennale d’arte di Venezia, la rivisitazione grafica di Marianna Caprioletti del dipinto La Zattera della Medusa di Gericault (1816), che esprime la drammaticità del naufragio, e il trittico dedicato all’approdo sicuro rappresentato dai corridoi umanitari, frutto dell’arte di Roberto Mizzon.