In una Aula di Montecitorio quasi deserta arriva la scelta della maggioranza sulla ratifica del Mes - Ansa
Una notte di confronto. A tratti aspro. Sul Mes si sfidano due linee. Da una parte c'è Giorgia Meloni (e l'ala dura della Lega guidata da Matteo Salvini) decisa a spingere per uno slittamento di un anno vincolato - come aveva spiegato il capogruppo di Fratelli d'Italia Tommaso Foti - alle elezioni europee e al rinnovo della Commissione; dall'altra due ci sono due ministri Raffaele Fitto e Giancarlo Giorgetti più attenti alle pressioni europee e decisi a non condannare l'Italia a un «pericoloso isolamento». Alla fine vincono loro.
Non c'è uno slittamento sine die. Non c'è nemmeno uno stop di un anno. I gruppi del centrodestra decidono per una sospensione di massimo 4 mesi del ddl di ratifica del Mes in attesa di completare le modifiche del patto di stabilità e dell’unione bancaria. E tocca al deputato di Fratelli d'Italia Andrea Di Giuseppe, spiegare in una Aula senza i deputati della Lega che si ritiene «opportuno procedere con maggiori approfondimenti del funzionamento del Mes vista la delicatezza degli argomenti trattati». La tensione sale e le opposizioni vanno subito all'attacco. «Basta inquinare il dibattito e a nuovi rinvii dell'approvazione. Ogni giorno che passa è un mattoncino in meno di credibilità dell'Italia sui tavoli europei», tuona Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche europee alla Camera. Poi si rivolge direttamente a governo e maggioranza: «Abbiamo presentato al posto vostro una proposta di legge di autorizzazione alla ratifica dell'accordo di riforma che migliora le difese per imprese e cittadini. Dovete solo votare il testo di legge oggi in discussione. Invece state buttando da mesi la palla in tribuna, con argomenti incomprensibili e spesso surreali».
Tutti sentono tutti. Schlein sente Conte. I capigruppo si confrontano. C'è preoccupazione per le conseguenze dello slittamento. C'è paura che questa mossa del governo possa indebolire l'Italia nei negoziati per la revisione del Pnrr. Anche Matteo Renzi attacca: «Meloni sta sbagliando approccio, perché anziché preoccuparsi del futuro dell'Europa deve mettere la bandierina ideologica di dire ho sempre detto no al Mes: tanto è solo questione di tempo, prima o poi dovrà dire di sì». Bruxelles vuole un via libera al fondo Salva stati entro l'autunno in modo che possa entrare in vigore da gennaio 2024. Ora nella maggioranza prevale la linea della Trattativa Roma-Bruxelles.
E c'è anche Giulio Tremonti in quel fronte. Insomma 4 mesi di stop spiegati così: «...Alla luce delle modifiche apportate al trattato istitutivo del Mes, a seguito dei recenti cambiamenti del contesto internazionale in cui il Mes verrebbe chiamato ad operare e considerato che si è ancora in fase di attesa di quelle che potranno essere le nuove regole del Patto di Stabilità europeo, del completamento dell'Unione bancaria e dei meccanismi di salvaguardia finanziaria - questioni fondamentali per il futuro della crescita di tutti i Paesi membri dell'Unione Europea e non scindibili dal Mes - si ritiene opportuno procedere a maggiori approfondimenti del funzionamento del Mes, vista la delicatezza degli argomenti trattati». E alla fine il presiodente della Camera Lorenzo Fontana spiega: «La sospensiva presentata dalla maggioranza sarà votata prima dell'esame articoli del provvedimento che è rinviato alla prossima seduta».