Un selfie con Meloni - Ansa
21.00 Fuori da Palazzo Madama, la folla applaude Giorgia Meloni. Su Twitter la premier scrive: «Anche il Senato ha votato la fiducia al Governo. Abbiamo presentato in campagna elettorale un programma chiaro e dettagliato. Manterremo gli impegni: il vincolo tra rappresentante e rappresentato è l'essenza della democrazia. Subito al lavoro per rispondere alle urgenze dell'Italia».
20.54 Ecco il risultato della votazione: 200 presenti, 199 votanti, 115 favorevoli, 79 contrari, 5 astenuti. Come prevedibile, il governo Meloni ottiene la fiducia anche al Senato.
20.52 In corso la seconda chiama.
20.17 Parte la prima chiama per appello nominale. I senatori, chiamati per nome, sfileranno sotto il banco della presidenza annunciando a voce alta il loro sì o il loro no alla mozione di fiducia. L'intera operazione dovrebbe richiedere circa 45 minuti.
20.15 «Emozione, orgoglio e senso di responsabilità per la nascita del governo Meloni». Così Isabella Rauti (Fdi) nell'ultima dichiarazione prima del voto sulla fiducia. La premier di Fdi, aggiunge Rauti, «rappresenta una maggioranza nata nelle urne, scelta dal popolo e con un forte mandato dopo anni di commissariamento» e il governo «vorrà difendere anche gli italiani che non hanno votato per la coalizione di centrodestra e chi ha scelto di non votare». Poi l'attacco alla sinistra (ha perso anche «per una propaganda sbagliata e faziosa che anche oggi abbiamo dovuto sentire in Aula») e la stoccata sul merito, molto contestato da alcune opposizioni: Meloni «si è affermata perché è stata la più brava».
20.00 Quello di Meloni è un discorso «vago e indefinito», afferma Simona Malpezzi (Pd). «Sedersi ai tavoli e trattare non significa essere subalterni» e senza figure come «Paolo Gentiloni o David Sassoli, oggi non avremmo il Pnrr», aggiunge. Poi l'attacco: «Non accetteremo chi criminalizzerà chi salva vite umane in mare». Infine, le parole sul tetto al contante («esiste una correlazione empirica tra utilizzo del contante e incidenza dell'economia sommersa, significa evasione») e gli esteri («saremo noi gli interlocutori più credibili e non i suoi alleati»).
19.50 «Passiamo all'ultimo intervento», dice il presidente del Senato La Russa nel dare la parola a Simona Malpezzi (Pd), salvo accorgersi di un "autogol": «Penultimo... Avevo cancellato quello di Fratelli d'Italia».
19.45 «Buon lavoro a lei e alla squadra di centrodestra, che ci teniamo a dire di centrodestra. Finalmente la politica torna a occuparsi di economia, dopo i tanti tecnici», afferma Massimiliano Romeo (Lega), con riferimento alla nomina di Giancarlo Giorgetti al Mef. «La contrapposizione Nord contro Sud ha portato al fatto che il primo non ha accresciuto la propria competitività e il secondo non è cresciuto», aggiunge, rivendicando il tema del federalismo. «Ci auspichiamo che ci siano regioni del centro e del sud che chiedano più autonomia». Sulla collocazione internazionale, Romeo afferma: «Siamo per l'alleanza europea e per quella atlantica, possiamo anche parlare con quelli che ci hanno resi dipendenti dalla Russia e oggi ci vogliono dipendenti dalla Cina». Infine, sulla ricerca della pace: «Lasciamo che sia la comunità internazionale a decidere per l'Ucraina».
19.40 «La scelta di un articolo anticipa un pensiero, molte volte la grammatica anticipa e dà vita a pensieri che poi solo dopo diventano azioni e norme». Così Barbara Floridia (M5s), nelle dichiarazioni di voto al Senato sulla fiducia al governo, commentando la scelta di Giorgia Meloni di farsi chiamare il presidente e annunciando il "no" alla fiducia. «Ha parlato dell'uso del contante facendo il confronto dell'Italia con altri paese, non regge perché hanno altre strutture» aggiunge, commentando: «se vuole farlo, lo faccia anche per il reddito di cittadinanza e il salario minimo».
19.16 «Sono felice di essere qui anche perché tre ore fa ho avuto il mio diciassettesimo nipotino» esordisce Silvio Berlusconi nel suo intervento. La coalizione al governo è quella «a cui ho dato vita 28 anni fa e che da allora ad oggi ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica, realizzando una democrazia compiuta, una democrazia di tipo europeo, basata sull'alternanza fra due poli legittimati dal voto degli italiani». Berlusconi annuncia il voto positivo di Forza Italia alla fiducia. L'ex presidente del Consiglio chiede anche aiuti alle famiglie, una riforma del fisco e una della giustizia (che la renda «più garantista»), ricordando gli accordi di Pratica di Mare: «Il mio progetto era quello di recuperare la Russia all'Europa», ma «l'invasione dell'Ucraina ha vanificato questo nostro disegno». Grande applauso e standing ovation da parte della sua coalizione al termine delle dichiarazioni.
19.00 Il Terzo Polo «voterà "no" alla fiducia al governo», afferma Matteo Renzi (Italia Viva). «Oggi voi avete vinto e avete il dovere di governare», continua. «Facendo opposizione, noi cerchiamo di dare una mano alla democrazia» e se ci fosse «un'apertura sulle riforme istituzionali e sul sindaco d'Italia, noi però ci saremo». Infine un augurio (citando Alda Merini) alla premier: «Si ricordi di essere felice».
18.55 «Ieri ha lanciato un segnale che non possiamo ignorare, ha finalmente riconosciuto una serie di cose che la destra nazionalista aveva negato in passato. Un discorso da destra conservatrice ma accettabile nei toni e nella forma». Lo afferma la capogruppo delle Autonomie, Julia Unterberger, annunciando l'astensione al Senato sulla fiducia al Governo della Svp, anche se alcuni componenti del Gruppo voteranno contro.
18.50 «Voteremo "no" alla fiducia» afferma Peppe De Cristofaro (componente Verdi-Sinistra del Gruppo Misto). «Mi aspettavo una destra sociale, ho visto i tratti di una destra liberista, con la guerra agli ultimi e ai penultimi, nonostante questa sera abbia cercato di correggere il tiro», aggiunge. Sul tema degli scontri alla Sapienza De Cristofaro ha risposto alla premier: «Vada su Google a vedere quante volte i suoi ragazzi hanno interrotto manifestazioni altrui».
18.43 «Voteremo la fiducia al governo. Non possiamo perdere tempo per risolvere i grandi problemi del Paese». Lo dice nell'Aula del Senato Antonio De Poli, capogruppo di Civici d'Italia - Noi moderati, durante le dichiarazioni di voto. «C'è bisogno di responsabilità», ha aggiunto.
18.33 «Alle opposizioni chiedo coraggio e lealtà, valutate i provvedimenti nel merito», dichiara Meloni in chiusura di intervento.
18.30 «La pace non si fa sventolando bandiere arcobaleno» perché quella in Ucraina è una «guerra di aggressione», afferma Meloni, rispondendo a chi le contestava di non aver parlato della pace nel suo intervento. «Quello che alla Russia è andato storto è che gli ucraini si sono difesi». Meloni ha poi domandato retoricamente: «Voi pensate che qualcosa cambierebbe senza l'intervento italiano?», affermando che cambierebbe solo «il destino dell'Italia».
18.28 «Confermo che metteremo mano al tetto al contante» che tra l'altro, «penalizza i più poveri», come emerge anche dai richiami «alla sinistra da parte della Bce», aggiunge Meloni.
18.27 «La priorità nella lotta alla criminalità organizzata sta soprattutto nella capacità di colpire i proventi dell'attività illecita, rendendo le risorse sottratte ai clan disponibili per scopi istituzionali e sociali. Oggi larga parte dei beni sono inutilizzati. Sarebbe un segnale estremamente potente, come alcune volte si è riusciti a fare, di uno Stato che ha la meglio sulla criminalità organizzata», afferma Meloni replicando a Scarpinato (M5s) rispetto al tema della lotta alle mafie. La premier ha ribadito la volontà di difendere l'istituto dell'ergastolo ostativo.
18.23 «Gli incidenti stradali sono una materia che terremo presente. Da questo punto di vista non credo si debba appesantire il quadro normativo ma occorra attuare le disposizione vigenti e che i controlli debbano essere efficaci», afferma la premier, sottolineando anche la necessità di «ragionare sul tema della prevenzione».
18.20 «Vengo dall'associazionismo e non ho mai fatto una manifestazione per impedire a qualcuno di parlare», afferma Meloni rispondendo all'intervento di Ilaria Cucchi sugli scontri di ieri all'università Sapienza di Roma.
18.15 Sulla «questione meridionale» serve «impedire che una ricchezza prodotta al sud vada in altri territori. Nella tragedia della situazione energetica si nasconde una piccola grande occasione che riguarda il mezzogiorno. Al sud c'è tutto per produrre le rinnovabili». Meloni ha poi continuato auspicando di «fare del sud Italia l'hub energetico d'Europa. Bisogna sbloccare il meccanismo perverso che blocca i fondi strutturali».
18.10 «Non abbiamo mai detto che il Pnrr andasse stravolto», ma occorre valutare «gli scenari» che sono cambiati, secondo quanto previsto dalle regole, afferma Meloni. In particolare, continua la premier, sono cambiati «i costi energetici» e quelli «delle materie prime, aumentati secondo l'Ance del 35%». Il rischio «è che le gare di appalto vadano deserte». La nota di aggiornamento del Def dice che nel cronopogramma «spenderemo 21 miliardi, meno della metà di quanto previsto», continua.
18.05 «L'impegno è arrivare ad un taglio del cuneo fiscale almeno di cinque punti. È un impegno di medio termine», afferma Meloni, rilanciando poi la proposta «più assumi meno paghi. Deve convenire assumere», aggiunge.
18.01 «Il salario minimo rischia di essere uno specchietto per le allodole, perché gran parte dei lavori dipendenti sono coperti dalla contrattazione collettiva, che va quindi estesa» afferma Meloni che aggiunge: i salari sono bassi «perché la tassazione è al 46%», rilanciando la sua proposta di un taglio delle imposte.
18.00 «Bisogna imparare dagli errori di pandemia» e quindi serve «rilanciare la medicina di prossimità». Quando si prendono decisioni serve che «siano supportate da evidenze», afferma Meloni rispondendo all'intervento di Beatrice Lorenzin (Pd).
17.56 «Non possiamo passare dalla dipendenza al gas russo a quella dalle materie prime cinesi».
17.52 «Per il rigassificatore di Gioia Tauro serve un dpcm per opera strategica», dichiara la premier, parlando della necessità di riprendere le estrazioni.
17.48 «Lotta alla speculazione» è il primo punto sull'agenda energetica, afferma Meloni. «Da una parte c'è il price cap, dall'altro il disaccoppiamento», per il quale «siamo pronti», aggiunge.
17.46 «A maggior ragione quando hai risorse limitate devi scegliere», afferma Meloni rispondendo a chi le contestava la sua visione dell'Italia emersa ieri e spiegando perché Fdi non ha mai aderito a governi di larghe intese.
17.45 Emerge «una grande operazione di verità sull'Italia che ereditiamo» afferma Giorgia Meloni, commentando gli interventi delle opposizioni.
17.40 La seduta riprende. «Ministro Abodi, il ministro dello Sport ruolo più ambito, almeno per me», scherza il presidente La Russa. Durante la pausa in molti hanno salutato Berlusconi appena entrato in Aula, compresi il senatore a vita Mario Monti e Pier Ferdinando Casini.
17.26 «È difficile la situazione, ma comunque daremo convintamente la nostra fiducia», dichiara Silvio Berlusconi, arrivato da poco al Senato. Nel frattempo, la seduta è sospesa per 10 minuti.
17.20 Silvio Berlusconi è arrivato al Senato. Il presidente di Forza Italia, accolto nell'atrio di Palazzo Madama dalla capogruppo del partito, Licia Ronzulli, interverrà in Aula per la dichiarazione di voto sulla fiducia al governo Meloni. Sarà il suo primo intervento a Palazzo Madama dopo nove anni.
17.10 «È già tanto che una donna, senza scorciatoie, sia arrivata a questo ruolo di Atlante, fino all'81 la donna valeva come un scooter, il reato contro la donna valeva come il furto o il danneggiamento di uno scooter», afferma Giulia Bongiorno (Lega). «Spesso - aggiunge la senatrice - alla base della violenza c'è la discriminazione» e dunque il ruolo di premier ricoperto oggi da Meloni «vale più delle leggi».
16.50 Molto duro l'intervento di Roberto Scarpinato (M5s), che punta il dito tra le altre cose contro «il depistaggio delle stragi neofasciste» e le «protezioni politiche» che impediscono di debellare la mafia. L'ex magistrato viene fermato da Ignazio La Russa per aver superato i tempi concessi, provocando però le lamentele dei pentastellati. «Le ho dato oltre due minuti» replica il presidente del Senato, lasciando poi al senatore modo di terminare il proprio discorso.
16.40 «Il popolo torna a essere sovrano», afferma Licia Ronzulli (Forza Italia), rivendicando il «tempo record» con cui si è formato il governo. «Ci hanno voluto rappresentare divise, diverse, ma noi sappiamo quante cose abbiamo in comune», aggiunge la capogruppo azzurra rivolgendosi a Giorgia Meloni, affermando poi a nome del suo partito: «Noi la sosterremo, certi di trovare in lei la stessa lealtà».
16.35 «Mi aspetto tra i primi atti i decreti attuativi per il Family Act, preziosa legge a cui ha ben lavorato la ministra Bonetti», dichiara la presidente dei senatori di Azione-Italia Viva Raffaella Paita.
16.21 «Il nostro sarà un "no" e vigileremo sul vostro lavoro», afferma Aurora Floridia del Gruppo misto. «La mia opposizione sarà severa e critica, ma mai dogmatica e preconcetta», dichiara subito dopo nel suo intervento Pietro Patton (Gruppo per le autonomie) annunciando che non voterà la fiducia.
16.05 Tempi molto serrati per i singoli interventi dei senatori. La scelta dei partiti di "frammentare" il tempo loro concesso dai regolamenti tra molti parlamentari è stata più volte criticata oggi dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha spesso invitato concludere gli oratori alla scadenza del tempo loro concesso.
15.55 «Deve finire il conflitto, che ho spesso visto in quest'aula, tra scienza e politica», dichiara Beatrice Lorenzin (Pd) nel suo intervento, nel quale ha chiesto di non tagliare il fondo a disposizione del servizio sanitario nazionale.
15.45 Il senatore Luigi Spagnolli, uno dei sei del gruppo delle Autonomie, ha annunciato che voterà "no" alla fiducia. Ieri i quattro deputati delle minoranze linguistiche si erano astenuti alla Camera. Al Senato, dove la maggioranza è più risicata, il voto delle autonomie è particolarmente rilevante.
15.40 «Mi chiamo Ilaria Cucchi, e voi tutti sapete chi sono, conoscete la mia storia», ha dichiarato la senatrice dell'Alleanza Verdi e Sinistra nel suo intervento sul voto di fiducia, nel quale ha ricordato la drammatica storia di suo fratello Stefano, concludendo: «Presidente Meloni, in questo percorso ho dovuto affrontare l'ostilità e le offese di alcuni esponenti della sua maggioranza, qualcuno che oggi ha addirittura responsabilità di governo, ma non nutro nei suoi confronti alcun sentimento di pregiudizio, nessuno».
«La nostra non sarà un'opposizione ideologica, ma sul merito. Vogliamo fare un'opposizione repubblicana. C'è chi vuole fare una battaglia sui nomi, noi no, la vogliamo fare sui fatti» Queste le parole, in Senato, dell'esponente del Terzo Polo Maria Stella Gelmini, intervenendo sulle dichiarazioni programmatiche del governo.
In precedenza l'unica senatrice di Sud chiama Nord, Dafne Musolino, aveva aperto uno spiraglio, dichiarando la propria astensione sul voto di fiducia odierno, senza però chiudere la porta per il futuro. Lo stesso ha fatto il senatore a vita Mario Monti che, rivolgendosi direttamente a Giorgia Meloni, ha dichiarato: «Condivido molte delle linee programmatiche da lei esposte, anche se alcune sono assai diverse dalle mie», salvo aggiungere che «ho bisogno di essere convinto dai fatti». L'ex premier ha però dichiarato che valuterà di volta in volta «i singoli provvedimenti» del nuovo governo.