Tutto pronto, uguale a se stesso eppure sempre nuovo, il Meeting edizione 38 apre i battenti questa domenica mattina e subito si entra nel vivo, a scandagliare in lungo e in largo "Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo". Una frase del Faust di Goethe che consente di toccare in profondità temi caldi di questa estate: la crescita, il futuro a rischio dei nostri giovani, i popoli che si mettono in movimento e interrogano anch’essi in profondità le ragioni di un popolo che già è di suo in difficoltà.
«L’attenzione verso i giovani deve tradursi in occasioni concrete e innovazioni, che aprano le porte a una mobilità sociale vera e a una piena cittadinanza, a partire dal diritto al lavoro e all’istruzione», scrive nel suo messaggio Sergio Mattarella. «Così, investendo sul futuro, una collettività ritrova fiducia e raddoppia la propria forza", auspica il presidente della Repubblica, che si sofferma soprattutto sulla crisi demografica e richiama «la consapevole responsabilità verso chi viene dopo di noi», che «è come la solidarietà verso chi è più in difficoltà. Senza queste spinte vitali non esiste continuità nella vita di una comunità».
C’è attesa per le riflessioni che porterà oggi pomeriggio il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nella sua prima uscita dopo i dati positivi sulla crescita. Anche quest’anno il Meeting vedrà un robusto parterre di ministri ad alternarsi sul palco e già nelle analisi c’è chi ha provato a parlare di grandi intese, oppure di "freddo" con l’ex premier Renzi. «Davvero è triste è anche un pochino noioso questo tentativo di ridurre tutto dentro schemi politici, peraltro vecchissimi», annota Roberto Fontolan, direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione, «mentre qui il vero tema, che taluni fingono di non vedere, è il dramma della denatalità che affligge l’Europa e l’Italia in particolare, che denota una crisi di identità».
Fra i ministri, verranno Carlo Calenda (Sviluppo economico), Andrea Orlando (Giustizia), Valeria Fedeli (Istruzione) e Angelino Alfano (Esteri). Ma fra gli incontri più attesi si segnala, martedì, quello con Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, sul tema centrale del Meeting; e sabato, giornata conclusiva, ci sarà l’intervento del segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Di assoluto rilievo, martedì, anche l’incontro sui temi del lavoro e delle prospettive dei giovani che vedrà la partecipazione del segretario e del presidente del comitato organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, il professor Mauro Magatti, e l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro.
Quello del lavoro per i giovani sarà uno dei temi portanti, insieme a quello del dialogo e della pace, con una serie di incontri che - viceversa - si occuperanno dei tanti muri che si affacciano nel mondo a rendere più difficile questa prospettiva. «Una dimensione non nuova, anzi è la nostra dimensione degli inizi, quando si chiamava per esteso "Meeting dell’amicizia fra i popoli», ricorda Sandro Ricci, il direttore, al vertice della macchina organizzativa che anche quest’anno, con risorse minori, ma con il capitale umano immutato degli oltre duemila volontari, ha reso possibile il "miracolo".
Certo, anche a Rimini i timori generati dall’effetto Barcellona si faranno sentire. Quest’anno, per la prima volta, oltre ai soliti metal detector, faranno la loro apparizione anche i più sofisticati "scanner" per scandagliare ai raggi x i contenuti di tutte le borse e contenitori vari. «Saranno in 400, come al solito, ma con qualche attenzione in più quest’anno, i nostri volontari che collaboreranno strettamente con le forze dell’ordine», ricorda Ricci. «La lunga storia del Meeting ci dice che con milioni di visitatori non si sono mai registrati episodi di alcun tipo. Ma i fatti ci impongono ora un’attenzione ancora maggiore».