Medici in corsia - ANSA
Con 87 voti favorevoli, 40 contrari e 18 astensioni mercoledì l'aula del Senato ha approvato il disegno di legge sull'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia. Il provvedimento ora passa alla Camera per il via libera definito. Il testo, di iniziativa di Fratelli d'Italia, è formato da tre articoli e rivede le modalità di accesso ai corsi universitari di medicina, odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria, con l'obiettivo di cancellare i test che ora precedono l'iscrizione. Prevista quindi la delega al governo ad adottare, entro un anno dall'entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso.
Il numero chiuso quindi resta, ma la selezione avverrà in un secondo momento e non all'iscrizione, dopo un semestre comune, durante il quale gli studenti dovranno superare esami e un test finale. Il primo semestre di studi diventa di fatto la selezione per poter poi proseguire il corso di laurea. Questo periodo di sei mesi, chiamato semestre-filtro, servirà a valutare le competenze degli studenti in un ambito inerente al campo di studi, ed è aperto a tutti gli studenti che vogliono iscriversi alla facoltà di Medicina. I selezionati potranno poi accedere al secondo semestre proseguendo gli studi.
Più che dell'eliminazione del numero chiuso si tratta quindi di un allargamento degli ingressi, secondo quanto ha detto la stessa ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini: «Ho cominciato aumentando il numero degli iscritti e dando loro corrispondentemente risorse. L'aumento sarà progressivo e graduale e il test sarà sostituito da un semestre caratterizzante in cui i ragazzi prima di tutto non dovranno fare nessuna formazione preparatoria a pagamento, ma saranno formati dalle università, gratuitamente, il che è massimamente democratico ed inclusivo, però in questo caso sarà una formazione qualificante perché in questi sei mesi studieranno materie caratterizzanti sulla base delle quali acquisiranno dei crediti formativi che li farà entrare in una graduatoria nazionale».
«L'unica cosa insostenibile e insopportabile che abbiamo tolto subito sono i test che creavano un mercato sottostante vergognoso, orribile, in cui famiglie e studenti erano sottoposti a spese inutili, a costosissimi modelli di preparazione ai test che non preparavano al merito, ai contenuti», ha aggiunto Bernini.
Gli studenti che non riusciranno a superare il semestre-filtro potranno comunque mantenere i crediti formativi ed utilizzarli per iscriversi a percorsi formativi alternativi. Rimangono da definire il piano di studi durante il semestre filtro e la modalità del test di selezione d'ingresso finale. L'obiettivo della riforma è quello di aumentare il numero di medici. A questo proposito, lo stesso giorno dell'approvazione in Senato del disegno di legge sul test d'ingresso, il ministro della Salute Orazio Schillaci, incontrando le organizzazioni sindacali di medici e degli infermieri, ha prospettato degli aumenti in busta paga dei medici del Ssn al posto delle annunciate misure di defiscalizzazione come una possibile misura nell'ambito della legge di Bilancio 2025.
L'Italia soffre infatti di un'emergenza cronica personale medico, e in particolare di medici di famiglia, emergenza che si è acuita dopo la pandemia, e con la diffusione, sempre negli ultimi anni, delle aggressioni al personale medico e infermieristico negli ospedali; tutti fattori che hanno reso questo lavoro meno appetibile. Secondo i dati del servizio sanitario nazionale, quasi la metà dei medici di famiglia in Italia (il 47,7%), supera la quota limite dei 1.500 pazienti assistititi, con una stima di circa 3.100 medici mancanti per riportare la situazione alla normalità. E, secondo i dati forniti dalla Federazione italiana dei Medici di medicina generale (Fimmg), tra il 2023 e il 2026 sono 11.439 i medici di medicina generale che hanno compiuto/compiranno 70 anni, raggiungendo così l’età massima per la pensione. Tutto ciò ha conseguenze tangibili per i cittadini: trovare un medico di base vicino a casa diventa un’impresa con conseguenti disagi e rischi per la salute per i più anziani e i più fragili.