Margherita Maria in braccio a papà Junio Cristiano, con mamma Roberta e la sorella Anna Chiara
Non può camminare e si sposta su una sedia a rotelle, ma il 7 settembre Margherita Maria salirà sulla Torre di Pisa. E sarà una festa non soltanto per lei e la sua famiglia, ma per l’intera comunità cittadina che, a partire dal sindaco Michele Conti, sta facendo il tifo per questa bambina di 8 anni, nata con una malattia rara (la sindrome Arnold-Chiari di tipo 2), che le ha paralizzato gli arti inferiori ma non la voglia di vivere e fare nuove esperienze. Superando le tante barriere, architettoniche e culturali, di cui è ancora disseminata la strada delle persone disabili.
«Un giorno, passando sotto la Torre, Margherita mi ha detto: “Anch’io potrò salirci?”. Lì è scattata la molla per quest’avventura, che si sta rivelando un dono e una benedizione», racconta, commosso, il papà di Margherita, Junio Cristiano Caselli, 46 anni, che sta mobilitando mezzo mondo per consentire alla figlia di salire i 297 scalini, per 57 metri di dislivello e arrivare sulla cima del campanile più famoso del mondo. Da dove saluterà la mamma Roberta e la sorella Anna Chiara, che avendo soltanto 5 anni ancora non può ancora salire sulla Torre, aperta ai visitatori dagli 8 anni in poi. E poi ci saranno gli amici, tanti, che in queste settimane stanno collaborando alla preparazione dell’impresa.
«Tra i primi a rispondere al nostro appello sono stati i Vigili del Fuoco, che conoscono da tempo Margherita – racconta papà Cristiano – e l’Opera della Primaziale Pisana, istituzione nata per sovrintendere ai lavori della costruzione dei monumenti della Piazza del Duomo, che ha messo a disposizione un operaio, Saverio Magagnini, che porterà la sedia a rotelle di Margherita fino in cima».
Il resto lo farà papà Cristiano. Che si caricherà la figlia sulle spalle e, grazie a uno zaino per il trasporto dei bambini in montagna, compirà la scalata assistito dai pompieri, pronti ad intervenire in caso di necessità. «Mi sto allenando perché Margherita pesa pur sempre 22 chili», scherza il genitore che, anche attraverso questo evento, vuole rendere palese che «Margherita è un fatto pubblico». Una vita che c’è e che è degna di essere vissuta. Perché Margherita va a scuola, fa scherma e le piacciono le feste con le amiche. Perché, allora, non potrebbe salire sulla Torre di Pisa?
«Margherita – riprende il padre – non è nata così per caso, ma perché su di lei c’è un disegno ben preciso a cui noi vogliamo aderire per contribuire a rendere la sua vita la migliore possibile».
La nascita di Margherita ha moltiplicato la sensibilità della famiglia verso le persone con disabilità, tanto che ora papà Cristiano si occupa proprio di favorire le pari opportunità ai lavoratori disabili di una grande multinazionale tedesca, la Oerlikon. Il resto lo ha fatto la vivacità di Margherita, sempre pronta a fare nuove esperienze. Quest’estate, per esempio, è la prima disabile a partecipare ai campi del Centro universitario sportivo di Pisa, che coinvolge più di 250 bambini. «Sarebbe bello che il 7 settembre tanti venissero a fare il tifo per Margherita, così come i suoi compagni di terza elementare», è l’auspicio del padre. Che con il direttore del Cus sta già valutando la possibilità di aprire una sezione paralimpica del Centro, «perché anche altri bambini, come Margherita, possano avere queste opportunità». Perché, insiste Junio Cristiano Caselli, «il limite non è la disabilità, il limite è solo nella volontà di fare le cose». E, scalando la Torre di Pisa, Margherita vuole gridarlo ad alta voce. Facendo diventare il 7 settembre un simbolo per tutti.
«Noi abbiamo scelto questa data perché è la vigilia del nostro anniversario di matrimonio – conclude Caselli – ma vorremmo che il 7 settembre diventasse una data simbolica per la Torre di Pisa. Ci piacerebbe che il giorno 7 di ogni mese, altri disabili, nelle condizioni di Margherita, potessero salire e ammirare dall’alto Piazza dei Miracoli e l’intera città. Sarebbe un bel segno di attenzione e un messaggio potente da uno dei simboli dell’Italia nel mondo».