«La Commissione europea è preoccupata per l’elevato numero di emendamenti» alla legge di stabilità, fa sapere il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni dopo un colloquio a Bruxelles con Olli Rehn, il responsabile degli Affari economici della Ue. Nel colloquio l’ex direttore generale di Bankitalia ha rassicurato che il diluvio delle richieste di modifica piovute in Parlamento – probabilmente una specificità tutta italiana agli occhi dell’Europa – «è una parte normale del processo». E anche se la legge di stabilità rimane «aperta a modifiche della composizione delle singole voci, il governo intende mantenere i saldi di bilancio annunciati», ha aggiunto il ministro in vista del giudizio Ue sulla manovra italiana, atteso per domani. L’invarianza dei saldi è fondamentale, aggiunge da Roma anche Dario Franceschini, titolare dei Rapporti con il Parlamento, ma «non penso che ci sarà la necessità di mettere la fiducia» sulla manovra.La commissione Bilancio intanto è impegnata nella scrematura degli oltre tremila emendamenti presentati. Un’operazione che sta allungando i tempi e ha costretto a rinviare a oggi le votazioni. Tra le "vittime" del filtro di ammissibilità ieri sono finite anche le proposte per alzare la soglia di esenzione Irpef, la cosiddetta
no tax area, a 12mila euro, dagli attuali ottomila. Difetto di copertura, è la motivazione. La misura comportava quasi due miliardi di euro di minori entrate, che venivano recuperate attraverso tagli alla spesa pubblica. L’iniziativa era targata Pd e Pdl ed è stata accolta con freddezza dal governo sia per l’alto costo sia per l’effetto redistributivo sui redditi, perché l’aumento dell’area di esenzione per tutti comporterebbe vantaggi fiscali anche per le fasce più benestanti. I promotori degli emendamenti potrebbero però insistere riformulando la proposta. Si vedrà. Lo stesso vice-ministro Stefano Fassina martedì non ha escluso che il governo possa accogliere modifiche fiscali al ddl se indirizzate al sostegno dei redditi più bassi. «Ma verranno approvati solo emendamenti con coperture solide», ha rimarcato ieri.Hanno invece superato lo scoglio dell’ammissibilità due cavalli di battaglia del Pdl: la vendita degli stabilimenti balneari e la sanatoria sulle cartelle di Equitalia. Misure però che non hanno possibilità di essere approvata nella formulazione attuale data la contrarietà del governo e del Pd. Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha detto che si può discutere del tema sanatoria «solo se non è un condono e se non è uno sconto sul capitale». L’emendamento Pdl consente invece di chiudere i conti con il fisco non solo senza pagare multe e interessi ma anche con un abbuono del 20% sulla somma contestata. Quanto alla privatizzazione delle aree attrezzate marittime, dopo la retromarcia dei parlamentari del Pd, l’emendamento è destinato ad arenarsi. La questione spiagge «per noi non è mai nata – ha puntualizzato il relatore democratico Giorgio Santini –. La competenza è delle Regioni, c’è una direttiva è europea, non si capisce perché debba essere il Parlamento a legiferare». Lo stesso Santini ha annunciato invece un rafforzamento della
spending review, con l’introduzione dei costi standard e con nuove norme sulle partecipate degli enti locali. I bilanci delle controllate entreranno nel patto di stabilità dei Comuni. Quindi, «o le rimettono a posto o penalizzeranno gli stessi municipi».Saccomanni oggi e domani resta a Bruxelles per il vertice dei ministri dei economici Ue. L’Ecofin darà il suo giudizio anche sulla manovra italiana. «Ma non dobbiamo attenderci né una bocciatura né una promozione»; ha precisato il responsabile del Tesoro. Rehn, ha spiegato Saccomanni, «ha ben capito il disegno innovativo della legge di bilancio, che riduce le tasse su famiglie e imprese e aumenta le spese per investimenti, riducendo quelle correnti».