La manovra appena approvata allontana il governo e parte dei sindacati. Susanna Camusso boccia la legge e non esclude uno sciopero generale innescando uno scontro a distanza con il ministro dell’Economia Padoan.
Nel mirino della sindacalista c’è tanto la questione pensioni, perché il governo avrebbe «disatteso» l’accordo per la modifica dell’aspettativa di vita, tanto l’impianto generale della legge che «non dà nessuna prospettiva di cambiamento. È solo una sterilizzazione dell’aumento dell’Iva».
«È una manovra che favorisce le rendite e che mantiene lo status quo», ha attaccato il leader della Cgil: «Si poteva intervenire sulla finanza, sul patrimonio e facilitare chi lavora e chi produce e invece si è scelto di usare questo slogan sulle tasse, facendo credere che è una risposta a tutti e invece è una risposta solo ad alcuni, mantenendo la pressione fiscale alta», ha spiegato Camusso. Sul lavoro, poi, ha aggiunto la sindacalista, servono investimenti veri e non solo misure decontributive a favore delle imprese. Gli sgravi sono «una misura già usata che non ha dato risultati». Quanto alla pensioni «siamo in esplicita violazione degli accordi che erano stato fatti sia sul tema dell’aspettativa di vita sia sul tema della pensione di garanzia per i giovani» e ora «si dovrà discutere con i lavoratori», cosa fare. «Lo sciopero? Se necessario si farà».
«Mi chiedo – ha replicato di lì a poco il ministro dell’Economia – che legge di bilancio abbia visto Susanna Camusso. Non corrisponde a questa descrizione, abbiamo messo risorse per gli investimenti pubblici, per gli investimenti privati, risorse per l’occupazione giovanile. Stiamo dando una scossa alla crescita».
Tra gli stanziamenti delle manovra ci sono anche 300 milioni in più nel 2018 per finanziare il reddito di inclusione. Risorse che si aggiungono agli 1,7 miliardi già previsti e servirebbero ad allargare la platea delle familgie raggiunte dal sostegno. Secondo le prime stime diffuse, il numero dei nuclei interessati salirebbe da 490mila a 650mila. Inoltre è destinato a crescere l’assegno mensile destinato ai nuclei con più di cinque componenti: dovrebbe passare da 480-490 euro (il tetto massimo previsto finora) a 530-540 euro.