Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera ieri alla legge di bilancio per il 2018. Una manovra cresciuta a 20,4 miliardi di euro (considerando anche il dl collegato approvato venerdì scorso) che serviranno in buon parte a evitare (più precisamente a rinviare) gli aumenti dell’Iva e delle accise. Tra le altre misure di maggior spicco c’è l’attesa decontribuzione triennale per le assunzioni stabili dei giovani, il finanziamento degli aumenti contrattuali nella P.a, l’assunzione di 1.500 ricercatori universitari e la conferma, con qualche ritocco, degli incentivi per le imprese.
Confermato il rafforzamento dei fondi per la lotta alla povertà, con 300 milioni in più nel 2018. Il testo del provvedimento, non ancora disponibile, dovrebbe essere presentato in Parlamento entro venerdì. Esce di scena l’annunciato taglio dei superticket sanitari. Non è escluso tuttavia che il tema si ripresenti durante l’iter parlamentare. Nessuna manovra «lacrime e sangue», ha commentato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ma un provvedimento «snello e utile» per «sostenere il percorso della crescita e proseguire nella stabilizzazione finanziaria del nostro Paese». Una legge che «certifica il punto di svolta della nostra economia», ha sottolineato a sua volta il ministro Pier Carlo Padoan, e consente una «crescita robusta ma inclusiva, incentrata sulle fasce più bisognose e sulle aree meno avanzate del Paese».
Le risorse, ha aggiunto, «sono limitate ma ben indirizzate e avranno «un’efficacia che rafforzerà» la ripresa. Riguardo alla copertura finanziaria delle manovra, quasi undici miliardi arriveranno dall’aumento del deficit, che nel 2018 dall’1% 'tendenziale' viene portato all’1,6% del Pil (ma cala rispetto al 2017). Il resto, 9,5 miliardi arriverà da tagli di spesa e, per il 60%, da un aumento delle entrate, «non aumenti di tasse ma un efficientamento della riscossione, la fatturazione elettronica e altre misure», ha precisato Padoan. All’insieme dei provvedimenti per la crescita, il lavoro e l’inclusione vanno poco meno di 5 miliardi mentre 15,7 servono a disinnescare le clausole di salvaguardia per il 2018. La 'tagliola' degli aumenti Iva però si ripresenterà presto: nel 2019 bisognerà trovare oltre 11 miliardi per evitarli e nel 2020, ben 19,2 miliardi.