La conferenza stampa di presentazione dell'incontro per la pace organizzato a Roma da Sant'Edigio - Agenzia Romano Siciliani
Papa Francesco sarà al Colosseo martedì 25 ottobre per prendere parte all'incontro di preghiera per la pace con i rappresentanti delle grandi religioni mondiali organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio dal titolo "Il grido della pace".
Alla tre giorni, dal 23 al 25 ottobre all'Eur a Roma, prenderanno parte anche i movimenti popolari. "Vogliamo liberarci dalla prigionia della guerra. E faremo sentire il nostro grido di pace. Una pace soffocata non solo in Ucraina ma in tante parti del mondo" ha detto il presidente di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, presentando l'evento.
Tra gli invitati figurano anche rappresentanti delle Chiese di Kiev e di Mosca. "Sono invitati russi e ucraini: la Chiesa greco-cattolica ucraina e la Chiesa di Mosca", ha detto Impagliazzo. "La situazione si sta complicando sul terreno ma gli inviti sono partiti, poi decideranno loro chi saranno i rappresentanti".
Come leader politici interverranno il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente nigerino Mohamed Bazoum. L'invito a Macron, ha spiegato Impagliazzo, è "per il ruolo ricoperto in questo periodo di guerra di tenere un canale aperto di colloquio coi russi e anche per la rilevanza di questa figura all'interno della Ue". Alla domanda sul motivo per cui non sono stati invitati altri leader politici, Impagliazzo ha risposto: "Se si invitano troppe personalità, si rischia poi di fare troppa confusione".
A metà novembre una grande manifestazione a Roma per la pace
La Comunità di Sant'Egidio prenderà parte anche alla manifestazione organizzata dalla società civile a Roma a metà novembre, tra sabato 12 e sabato 19, per chiedere che l'Italia si faccia promotrice di una conferenza di pace per l'Ucraina. La manifestazione, promossa dalla coalizione Europe for Peace e organizzata da Rete Italiana pace e disarmo assieme a molte altre realtà fra cui Arci e Acli, sarà "apolitica e senza bandiere di partito". Potrebbe anche tenersi la domenica, subito dopo l'Angelus del Papa, perché quella di Francesco "è una delle poche voci che si levano, al momento, a favore della pace" spiega il presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia. "Nei prossimi giorni - aggiunge -, fra il 21 e il 23 ottobre, parteciperemo alle manifestazioni della Rete per la pace e il disarmo in diverse città italiane e poi stiamo organizzando, con tante altre associazioni, una grande manifestazione nazionale che si terrà verso metà novembre e sarà aperta a tutti, senza alcuna bandiera politica".
Padre Enzo Fortunato, già direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi, ha già confermato che ci sarà. "Il Papa è stato chiarissimo. Ha detto più volte che siamo in pericolo, che il mondo è in pericolo".
All'evento aderisce anche il Movimento 5 Stelle. Il presidente Giuseppe Conte ha detto ai parlamentari eletti: "Parteciperemo alla grande manifestazione nazionale per la pace, senza bandiere. Non vogliamo mettere nessun cappello politico su quella che auspichiamo come un'occasione, per tutti i cittadini, di manifestare la propria preoccupazione per questa escalation militare e per invocare una svolta in direzione di un negoziato di pace e la preparazione di una grande conferenza sulla sicurezza sotto l'egida delle Nazioni Unite e con la partecipazione della Santa Sede".
Giovedì 13 sit-in davanti all'ambasciata russa
E se il M5s scende in piazza con il Forum per la Pace, tra gli altri partiti c'è fermento. Ciascuno con il proprio distinguo. Per giovedì 13 il segretario del Pd, Enrico Letta, annuncia che parteciperà al sit-in davanti all'ambasciata russa a Roma organizzato dal Movimento europeo di azione non violenta. "Abbiamo deciso di non attendere più, di andare a manifestare il nostro dissenso" spiega il portavoce del Movimento, Angelo Moretti. "Sarà un sit-in all'insegna della non violenza attiva".
"Giovedì parteciperò alla manifestazione davanti all'ambasciata russa a Roma per protestare contro la guerra provocata da Putin. Poi tutte le manifestazioni che chiedono pace come finalità le condivido, ma sia chiaro che non c'è equidistanza, noi giovedì davanti all'ambasciata russa bisogna dire che fermare Putin è un contributo alla tregua e a alle trattative di pace" ha detto il tesoriere Pd, Walter Verini, a Radio Radicale. "Un conto è dire che non ci devono essere ambiguità, sostenere l'Ucraina vuol dire essere per la pace".
Al sit-in aderiscono i Radicali Italiani. Il segretario Massimiliano Iervolino: "Non ci può essere pace senza giustizia. Oggi, incredibilmente, in molti evocano la pace mettendo sullo stesso piano aggressori e aggrediti, senza individuare responsabilità che sono lampanti: bombardamenti sui civili, distruzione, stupri, deportazioni, fosse comuni, torture, bambini trasferiti in Russia... tutto questo ha un solo mandante: Vladimir Putin. Ecco perché sosteniamo con una raccolta firme l'incriminazione del dittatore russo alla Corte Penale Internazionale dell'Aja. Finalmente anche altri hanno capito che occorre far sentire la voce di chi invoca una pace giusta, che significa la cessazione delle ostilità russe e la liberazione del territorio ucraino. Per questo abbiamo aderito all'iniziativa del Movimento europeo di azione nonviolenta e parteciperemo alla manifestazione indetta per giovedì 13 alle 18.30 nei pressi dell'ambasciata russa (metro Castro Pretorio)".
Calenda: in piazza a Milano per il negoziato."No guerra" a Napoli e Roma
Il segretario di Azione, Carlo Calenda, si muove da sé: "Giovedì non andremo in piazza sotto l'ambasciata russa. Ma organizzeremo una grande manifestazione a Milano, se Conte porterà in piazza le persone che sono a favore della resa dell'Ucraina, non della pace. Perché se tu voti contro l'invio delle armi e contemporaneamente chiedi la pace vuol dire che stai chiedendo la resa" ha dichiarato. "Noi siamo per il supporto agli ucraini e contemporaneamente per l'apertura di un negoziato che non porti alla resa. Ma che nasce dal fatto che l'invasione russa deve essere fermata".
Anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, chiama a raccolta un corteo "no guerra" per il 28 ottobre a Napoli. A Roma il 5 novembre circa 500 realtà sociali e sindacali scenderanno in piazza per invocare il cessate il fuoco in Ucraina ma anche anche diritti e lavoro: "Se vogliamo costruire un'economia di pace dobbiamo cambiare il modello produttivo. La pace oggi è la parola più rivoluzionaria che possiamo esprimere".