mercoledì 9 aprile 2025
Giovedì su Avvenire il reportage esclusivo completo a bordo di un pattugliatore da combattimento, con le immagini del fotoreporter Alessio Mamo
Con i cacciatori di droni nel Mar Nero dove la tregua non c'è

Il Mar Nero è tornato sicuro dopo il “cessate il fuoco annunciato” da Trump? L’intensità degli attacchi russi sulle città ucraine attraverso il mare è diminuita? Siamo saliti a bordo di un pattugliatore da combattimento ucraino, navigando da Odessa verso il mare aperto, dove i raid dei droni è costante e i marinai rischiano la vita nell’avamposto marittimo senza rinforzi né copertura aerea. In prima linea tra droni missili e la costante minaccia delle mine subacquee.

Giovedì su “Avvenire” il reportage completo, con le straordinarie immagini di Alessio Mamo, fotoreporter due volte vincitore del World Press Photo.

Salpiamo dal porto di Odessa mentre il pattugliatore si prepara a un’altra battaglia, equipaggiato da una mezza dozzina di mitragliere su ogni lato dello scafo, un cannoncino antiaereo automatico a doppia canna, altre armi automatiche sulla torretta e i fucili di cui dispone l’equipaggio: incursori della Marina, di cui durante la navigazione vedremo solo gli occhi che sbucano dai passamontagna.

Il vascello è stato donato dagli Stati Uniti, dove i marinai ucraini hanno completato la formazione. Con altre due motovedette avrebbe dovuto costituire la barriera marittima contro i droni destinati alle città e alle infrastrutture civili. Ma con l’arrivo di Trump i battelli attesi per rafforzare la difesa antiaerea non sono più stati consegnati. E il natante su cui abbiamo navigato rimane più esposto ai pericoli e alle operazioni russe per affondarlo eliminando la prima linea del mare.

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